E così si finisce nelle cosiddette chiacchiere da bar tra amici.
– “Ma ti ricordi di…?”
-“Il nome mi dice qualcosa…”
-“ Quel ragazzo che prometteva così bene”
-“Ah sì. Ma che fine avrà fatto?”
Ecco una lista dei talenti più promettenti mai esplosi o in attesa di emergere.
[tps_title]HACHIM MASTOUR[/tps_title]
Il gioiellino classe ’98 del Milan venne inserito nella lista dei calciatori più promettenti della sua età da “The Guardian” nel 2015. Sembra un’infinità di tempo ma parliamo di solo due anni fa.
Il 18 maggio 2014 viene convocato dal tecnico Clarence Seedorf per l’ultima gara di campionato contro il Sassuolo (2-1) a San Siro, non riuscendo a subentrare nel corso del match. Nella stagione successiva viene aggregato in pianta stabile alla prima squadra, dove indossa la maglia numero 98, ma non riesce mai a giocare una gara ufficiale.
Il 31 agosto 2015, nell’ultimo giorno della sessione estiva di calciomercato, passa in prestito biennale con diritto di riscatto e contro-riscatto al Málaga, nella Liga spagnola; lì accumulerà solo uno scampolo di partita contro il Betis Siviglia (entrando all’85°).
Il 7 luglio 2016 la società spagnola comunica, sul proprio sito internet, di aver risolto anticipatamente il prestito di Mastour, che torna quindi ai rossoneri.
Il Milan lo girerà in prestito annuale allo Zwolle (Eredivisie), dove totalizzerà solo cinque presenze in tutta la stagione.
Tornato in Italia, adesso si allena con il Diavolo ma è in attesa di una nuova sistemazione. Chissà, forse quella giusta per dimostrare il suo talento, come quando giocava con le giovanili.
[tps_title]MARTIN ØDEGAARD[/tps_title]
Quell’anno (2015) “The Guardian” ci aveva visto lungo, inserendo anche il talento norvegese tra i classe ’98 più promettenti.
Eppure l’inizio di carriera sembra da predestinato. Figlio dell’ex calciatore Hans Erik Ødegaard, Martin viene chiamato all’età di 13 anni sia dal Bayern Monaco che dal Manchester United per un provino.
In patria debutta con lo Strømsgodset all’età di 15 anni e 118 giorni, diventando il più giovane esordiente nella storia dell’Eliteserien.
Il successivo 16 maggio entra il campo al 70′ della partita casalinga contro il Sarpsborg 08 e segna al 91′ la rete del definitivo 4-1, segnando un ulteriore record: diventa infatti il più giovane marcatore della storia del campionato norvegese.
Esordirà in Champions League la stagione successiva nel play off contro la Steaua Bucarest e il Real Madrid mette gli occhi su Martin.
Il 21 gennaio 2015 passa ufficialmente ai Blancos. Il club merengue riesce ad assicurarsi le prestazioni del giovane talento norvegese battendo la concorrenza di altri top club europei. Si allena con la prima squadra ma gioca nelle fila del Castilla, la seconda squadra madridista, in Segunda División B, agli ordini di Zidane.
Il 23 maggio seguente esordisce in prima squadra, subentrando a Cristiano Ronaldo nella vittoria per 7-3 sul Getafe: debuttando a 16 anni e 156 giorni, diventa il più giovane calciatore ad aver vestito la camiseta blanca. Sarà però l’unica presenza con la maglia del Real.
Il 9 gennaio 2017, l’Heerenveen, club olandese di massima serie, ha reso noto sul proprio sito internet d’aver ingaggiato Ødegaard con la formula del prestito per un anno e mezzo: nel finale di stagione 14 gettoni per lui ma senza alcuno squillo.
Speriamo che la prossima stagione possa essere quella del ritorno del super Martin Ødegaard.
[tps_title]CEDRIC GONDO[/tps_title]
Reso celebre dalla programma televisivo “Calciatori – Giovani Speranze”, l’attaccante ivoriano scuola Fiorentina era uno delle promesse più quotate del calcio nostrano.
Forte fisicamente, tecnicamente e con un grande senso del gol, Gondo segnerà ben 38 reti in 84 presenze tra campionato Primavera e Primavera Tim Cup.
Viene così definito il nuovo Drogba e il ragazzo arriva alle dipendenze di Mino Raiola.
La Viola scommette su di lui e lo gira in prestito alla Ternana in Serie B, 25 presenze contornate da sole due reti e un assist. Visto il magro bottino, la Fiorentina vende il calciatore all’Asteras Tripoli nell’estate del 2016. Gondo firma un quadriennale con i Greci il 9 Agosto. Saranno sette le presenze e sola una la rete in maglia azzurra.
Il calcio è in attesa che il bomber ivoriano ritrovi la retta via del gol e possa tornare più forte di prima.
[tps_title]STEFANO BELTRAME[/tps_title]
Doveva essere uno dei futuri numeri 10 della storia della Juventus. Purtroppo Stefano Beltrame con la Juve giocherà soprattutto a livello giovanile, con una sola presenza con la prima squadra nel 2013.
Tanti prestiti nella speranza di veder sbocciare quale talento visto tra Allievi e Primavera: viene mandato in prestito al Bari, in Serie B, dove scenderà in campo in 24 occasioni segnando anche le sua prima rete da professionista, il 30 maggio 2014, fissando il punteggio sul 4-1 proprio contro la squadra dove è cresciuto, il Novara. Nel gennaio del 2014 la Juventus lo cede in compartecipazione alla Sampdoria.
Per la stagione successiva passa in prestito al Modena, ancora tra i cadetti, con cui collezionerà 23 presenze andando a segno solamente in Coppa Italia.
Scaduto il prestito fa rientro alla Juventus, che nel frattempo ha risolto la compartecipazione con la Sampdoria a proprio favore; il 27 luglio 2015 viene quindi ceduto in prestito con diritto di riscatto alla Pro Vercelli, in Serie B. Dopo poche presenze con i bianchi, nella sessione invernale di mercato passa sempre con la formula del prestito ai corregionali del Pordenone, in Lega Pro, dove con 6 presenze e 2 reti contribuisce al raggiungimento dei play-off persi.
Tornato alla Juventus a fine stagione, il 19 luglio 2016 la società bianconera lo cede ancora in prestito al Den Bosch, nella seconda serie olandese, dove metterà a segno 3 reti in 28 gare. Resterà nello stesso campionato anche nella stagione successiva, in quanto il 28 giugno 2017 passa a titolo temporaneo ai Go Ahead Eagles.
[tps_title]SEBASTIAN DEISLER[/tps_title]
Uno dei talenti più puri che la Germania abbia mai partorito, con Deisler iniziamo la lista di calciatori che, purtroppo, non avranno possibilità di rifarsi.
Ala destra di buona corsa e superbo piede, esordio in Bundesliga con il Borussia Monchengladbach a soli 18 anni. Le sue ottime prestazioni gli valsero prima il trasferimento all’Herta Berlino, poi, nel 2002, il passaggio al Bayern Monaco, che sapeva di consacrazione.
In Baviera avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Mehmet Scholl, ma gli infortuni e una grave forma di depressione lo ostacolarono, obbligandolo a rinunciare ai Mondiali del 2002 e 2006, e agli Europei del 2004.
Una vera e propria maledizione che lo costrinse a ritirarsi nel 2007, a 27 anni.
[tps_title]FREDDY ADU[/tps_title]
Ricordate Adu? Era l’enfant prodige del soccer a stelle e strisce. Poi il campo ha detto tutt’altro. Ma il buon Freddy non si è mai perso d’animo e ha girato il mondo, cercando ogni volta il riscatto.
L’ultima squadra europea per cui ha giocato si chiama Jagodina, che milita nella serie A serba. Il termine “giocato”, in realtà, non rende onore al vero: in sei mesi Adu ha collezionato quattro presenze in panchina e undici in tribuna. Il campo fu un estraneo per lui. Lo Jagodina è stato il decimo club della breve carriera di Freddy Adu: per un ragazzo di 25 anni, forse un po’ troppo.
Il Benfica fu il primo a credere in lui acquistandolo nel 2007 dal Real Salt Lake City. Adu si era messo in mostra nel mondiale under 20 dello stesso anno, dove, a soli 14 anni, gli viene affibbiato il soprannome di “nuovo Pelé”.
Il club di Lisbona l’ha fatto pure esordire in Champions, ma poi lo ha mandato in prestito in giro per ilvecchio continente (Monaco, Belenenses, Arīs Salonicco, Çaykur Rizespor) fino al 2011, quando Adu è tornato a casa, negli Stati Uniti, al Philadelphia Union.
La nuova puntata europea della sua storia, tra i Balcani, si è rivelata un fiasco. E così, di nuovo in America, Freddy si è dovuto arrangiare e ha accettato un’ospitata a pagamento in un night club di Washington, un po’ come i tronisti rigettati da Uomini&Donne.
Adesso ci sta riprovando nel TB Rowdies, club di Tampa Bay che milita nella NASL, la sorellastra della MLS.
Tutto sommato chi ha ancora la copia di Fifa 2006, sulla copertina ci vedrà sempre l’eterno “nuovo Pelè“.
Roberto Oriunto
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