La Nigeria è già la squadra più simpatica del Mondiale (e non solo per le magliette)

La Nigeria è già diventata la squadra più simpatica del Mondiale, prima ancora che la competizione inizi. Non è una novità, d’altro canto, sentire le storie più divertenti e folkloristiche dalle squadre africane. Siamo sinceri: sono loro a farci preferire il Mondiale all’Europeo (Brasile e Argentina vengono dopo). E visto che l’Italia non c’è, siamo simbolicamente costretti a simpatizzare per qualcuno (e dire che di possibilità per le squadre simpatia ce ne sono, vedi la partecipazione di Panama).
Ma la Nigeria sta spopolando da mesi, e non solo per la famosa storia delle magliette.

MA C’È COMUNQUE LA STORIA DELLE MAGLIETTE – Sì, perché se non la conoscete la storia delle magliette è abbastanza importante. La Nigeria ha già vinto il suo mondiale, almeno dal punto di vista delle vendite: la divisa lanciata da Nike ha registrato tre milioni di pre-ordini (prima ancora che fossero disponibili nei negozi) per un guadagno di 255 milioni di dollari, destinato a crescere.

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Guardate una maglia del genere e ditemi se tra 40 anni colui che sostituirà Federico Buffa nella narrazione sportiva potrà permettersi di non parlarne. È già un’icona, è già un cult, è già una di quelle divise con cui io personalmente vorrei andare a giocare a calcetto il giovedì (e non vi nego che scrivere questo articolo è abbastanza difficile solo per la rapidità con cui passo sul sito della Nike per comprarmela).
Aldilà della bellezza della maglietta, il concept ha un significato chiaro: sono passati 50 anni dall’indipendenza nigeriana e la collezione si chiama For Naija.
La parola Naija richiama la nuova generazione nigeriana, quella della musica afro-beat, molto esuberante ma con molta molta personalità. È una parola che richiama un’identità popolare molto forte, che parla ai giovani del paese.  E questo non è altro che il motivo per cui la Nike ha prodotto anche linee di abbigliamento che non bisogna indossare obbligatoriamente su un campo da calcio.

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NIENTE SESSO CON LE RUSSE, TRANNE PER OBI MIKEL – E allora i nigeriani si sono sbizzarriti. Regola numero uno: non si fa sesso con le donne del paese ospitante. Fa eccezione Obi Mikel, che con una russa ci è sposato e dunque deve aver avuto un permesso speciale (solo per lei!). Il c.t è stato chiaro: se qualcuno viene beccato con una russa in camera, se ne torna a casa immediatamente. Per il resto pieni permessi alle famiglie e alla mogli dei calciatori, che anche nei giorni della partita potranno stare in albergo con i calciatori.

LA SQUADRA – Ma se dobbiamo tifare per la Nigeria, bisogna pure vedere un attimo chi gioca e la squadra non è affatto di bassa qualità. Il centrocampo è parecchio europeizzato: aldilà di Mikel che gioca in Cina ma che ha un passato al Chelsea, il mister ha a disposizione tre pezzi piuttosto pregiati dalla Premier League: Moses dal Chelsea, Iwobi dall’Arsenal e Ndidi del Leicester, senza dimenticarci di Onazi – glorioso ex Lazio – e Joel Obi, preso direttamente dalla nostra Serie A. L’attacco regala altre grandi storie: l’ex Udinese Ighalo guida i bomber, lo affiancano Iheanacho – uno dei calciatori più bravi a convertire in gol tutto quello che gli passa dai piedi -, Musa del CSKA Mosca e l’immancabile Simy dal quale ci aspettiamo almeno un paio di rovesciate storpie e qualche falcata scoordinata delle sue (con qualche gol, sia chiaro).

IL GIRONE – Gli avversari saranno ossi duri: c’è l’Argentina di Messi, c’è la Croazia che quest’anno ha armi invidiabili e già qui ci si può fermare per le favorite. E c’è l’Islanda, che ha ampiamente dimostrato di saper fare miracoli con l’organizzazione.
Ma magari il miracolo a questo giro lo fanno pure i nigeriani. D’altronde non sarebbe male l’idea di vedere quella maglietta qualche volta in più del dovuto. Nella peggiore delle ipotesi io lascio il carrello della Nike pieno.

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