La Premier League degli anni 90 e primi 2000 era decisamente diversa da quella di oggi. La vita quotidiana dei calciatori era meno virtuosa, l’alimentazione, le abitudini sregolate e i vizi erano in molti casi fuori controllo.
Sono celebri le vicende di campioni come Best, Gascoigne, o dello storico capitano dell’Arsenal Tony Adams. Eroi della domenica braccati dal demone dell’alcol. Un altro totem del calcio britannico ha deciso di confessare la propria debolezza e ripercorrere, in un’intervista al Guardian, quei giorni bui che potevano offuscarne la carriera e compromettere la vita stessa.
Ai tempi del West Ham Rio Ferdinand beveva davvero troppo, e anche se la sua parabola calcistica è stata straordinaria, oggi l’ex United guarda al passato con un certo rimpianto.
Esageravo… Potevo superare otto, nove, dieci pinte di birra. Poi passavo alla vodka. Sarei potuto andare avanti a bere tutto il giorno. I ricordi della mia carriera sono confusi, la gente parla di alcuni momenti di gioco, io mi siedo e annuisco. Non ho idea di che cosa stiano parlando, non ricordo”
Un’abitudine diffusa al West Ham, che ha rischiato di stroncare il suo cammino sul nascere…
Allora c’era una cultura diversa rispetto ad oggi. Quando io ero al West Ham pensavamo al calcio, a bere e ai nightclub. Alle persone che mi chiedono se ho qualche rimpianto da giocatore, dico che non avrei dovuto bere alcol. Sono stato fortunato, ho avuto la capacità naturale di superare quel periodo della mia vita”
E anche piuttosto bene, diventando uno dei centrali europei più forti dello scorso decennio.
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