Racconto shock, quello di Nilla Fischer, ex calciatrice della nazionale femminile svedese (con cui ha conquistato l’argento olimpico a Rio 2016), risalente ai Mondiali 2011. Nel suo libro, appena pubblicato, l’ex difensore (che ha appeso gli scarpini al chiodo nel dicembre 2022) ha rivelato le umilianti pratiche a cui le giocatrici della nazionale furono sottoposte prima della manifestazione.

Le proteste di Nigeria, Sud Africa e Ghana
Poco prima dell’inizio del campionato del mondo (che la Svezia concluse poi al terzo posto), in programma in Germania tra il 26 giugno e il 17 luglio 2011, Nigeria, Sud Africa e Ghana avevano protestato veementemente contro la Fifa a causa della presunta presenza di uomini all’interno della nazionale della Guinea Equatoriale. Da qui l’obbligo imposto a tutte le nazionali, che consisteva nel firmare una dichiarazione (in seguito a controlli approfonditi) che accertasse che tutte le componenti della rosa erano effettivamente di genere femminile.
Fischer: “Costrette a mostrare i genitali”
In questo senso, però, spettava alle singole federazioni decidere come procedere nello specifico. Nella fattispecie, la federazione svedese optò per controlli (svolti da una fisioterapista per conto del medico) definiti “umilianti” dalla stessa Fischer: “Ci era stato detto che non avremmo dovuto depilarci per alcuni giorni e che avremmo dovuto mostrare i nostri genitali per dimostrare di essere donne. Nessuno aveva compreso la questione della depilazione ma abbiamo fatto come ci hanno detto, ci siamo chieste se fosse il caso di rifiutare ma nessuno voleva mettere a rischio l’occasione di giocare un Mondiale. Quindi dovevamo farlo, non importava quanto fosse umiliante e malato“.

“Così ho abbassato i pantaloni e la biancheria intima – ha dichiarato l’ex calciatrice (che in carriera ha vinto due campionati tedeschi, una Champions League e tre Coppe di Germania con il Wolfsburg, oltre a due campionati e una Supercoppa svedese con il Malmoe) in un’intervista al quotidiano svedese Aftonbladet – la fisioterapista ha annuito, ha detto ‘sì’ e ha guardato il medico che stava in piedi con le spalle alla porta. Ha preso nota e poi ha bussato alla porta successiva. Quando tutte le giocatrici sono state controllate, il medico ha firmato il documento che attestava che la nazionale svedese era composta da sole donne”. In questo contesto, non risulta chiaro perché le calciatrici non furono sottoposte a un tampone buccale, metodo finalizzato a raccogliere il Dna per determinare con certezza il sesso del soggetto. Allo stato attuale, la Fifa ha preso atto delle dichiarazioni di Nilla Fischer senza però rilasciare alcun commento.








