“Prega troppo!”, e il San Paolo scarica l’ex Lazio André Anderson

Possono esistere un milione di motivi per i quali un club decide di non proseguire un rapporto con un calciatore: scarso rendimento, problemi extra calcio, infortuni seriali, scarso impegno, e così via. Ma decidere di non riscattare un giocatore con l’accusa di “pregare troppo” è qualcosa di perlomeno curioso. È successo in Brasile, protagonista l’ex centrocampista della Lazio André Anderson.

Il “pregatore” seriale André Anderson

L’avventura di André Anderson al San Paolo non è andata come il giocatore ed il club si aspettavano. Arrivato in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio intorno alla metà di Aprile, il centrocampista classe ’99 ha racimolato appena 12 presenze in tutte le competizioni, la maggior parte delle quali da subentrato. non riuscendo praticamente mai a lasciare il segno, e per questo ora il brasiliano tornerà a Roma, in cerca di un’altra sistemazione dato che non rientra nei piani di Sarri. Ma il motivo del mancato riscatto da parte del San Paolo è piuttosto singolare: secondo il portale UOL, il trequartista è stato accusato di pregare troppo.

Il club brasiliano ha rimproverato il giocatore accusandolo di non riuscire a dividere la predicazione con l’attività agonistica: “Scendeva alla Baixada Santista con grande frequenza – si legge su UOL – partecipava a preghiere di lunga durata che si protraevano fino all’alba. Il risultato è stato meno sonno“. Lo staff tecnico ha chiesto più volte ad André Anderson di cercare un equilibrio tra le sue due attività principali per non compromettere il suo rendimento in campo, ma la fede del centrocampista è più grande di qualsiasi partita importante.

Risultato? Anche per questo il San Paolo non eserciterà il diritto di riscatto, ed il giocatore tornerà alla Lazio.