Gentile e il flop Under 21: “Nicolato ha dei santi in Paradiso…”

L’avventura europea dell’Italia Under 21 si è conclusa nel peggiore dei modi, con gli Azzurrini eliminati nella fase a gironi e di conseguenza fuori dalle Olimpiadi per la quarta volta consecutiva. E pensare che la squadra allenata da Nicolato si era presentata come una delle favorita della competizione, salvo poi incappare in due sconfitte su tre partite che ne hanno compromesso il cammino.

Claudio Gentile, che l’Under l’ha allenata vincendo un Europeo di categoria e classificandosi terzo ai Giochi Olimpici di Atene, sulle colonne di Libero ha cercato di analizzare i motivi della disfatta azzurra. L’ex difensore della Juventus ha puntato il dito contro il commissario tecnico e più in generale con il sistema calcio italiano.

Gentile ne ha per tutti

Secondo Gentile la maggior parte delle colpe sono del ct Nicolato: “Beh, sostenere il contrario sarebbe ipocrita. Non ho nulla contro la persona ma Nicolato aveva già toppato un Europeo. Eppure era rimasto al suo posto, pronto a fallire ancora. Se ha dei santi in Paradiso? Direi santi specialissimi. Ai miei tempi le raccomandazioni valevano più dei meriti. Mi viene da pensare che dalle parti di via Allegri, a Roma, sia rimasto tutto uguale“.

  Claudio Gentile

La crisi del calcio italiano

Ho una mia idea – prosegue Gentile – i giocatori sono nelle mani dei procuratori ed è questo il loro male. Vorrei capire perché hanno tali alti e bassi o perché mai un talentino come Kean si sia permesso di lasciare il ritiro dell’Under 21 prima di questi nefasti Europei… Da chi è stato consigliato? Io non ho mai avuto un procuratore. I procuratori rovinano il calcio“.

In Federazione mi sembra valgano di più le raccomandazione che i meriti effettivi delle persone. È rimasto tutto come ai miei tempi, quando venni fatto fuori dopo che avevo guidato l’Under 21 a vincere l’Europeo e a conquistare una storica medaglia alle Olimpiadi di Atene 2004. Per colpa di certe personcine all’interno della Federazione mi sono visto la carriera stroncata perché non abbassavo la testa. E non ascoltavo gli inviti di certi procuratori che volevano imporre i giocatori nelle convocazioni. L’ho pagata cara“.

Erede di Lippi

“Sono stato mandato via nel 2006 quando mi avevano fatto pensare che sarei stato il successore di Lippi. Alle Olimpiadi avevo schierato e fatto crescere sei giocatori poi diventati campioni del mondo due anni dopo, tra questi Pirlo, Gilardino, De Rossi e Barzagli. Qualche merito l’ho avuto, no?“. Dall’Italia nessuna offerta: “In Italia no, e mi chiedo ancora come mai. Molte le richieste dall’estero: Spagna, Portogallo, Sud America. Ma amo l’Italia: è possibile che in questo paese chi è onesto e professionale non trovi mai una sistemazione?”. Un’analisi decisamente amara.