Con i ‘se’ e con i ‘ma’ la storia non si fa. Questo celebre proverbio spesso si adatta molto bene al calcio: anche un aneddoto raccontato da Fabrizio Ravanelli, ex attaccante della Juventus, lo dimostra. Penna Bianca, in un’intervista a TV PLAY, ha svelato un retroscena risalente a quando allenava le giovanili bianconere, in particolare i ragazzi del ’99, ovvero i coetanei di Donnnarumma: “La Juve si deve mangiare le mani: venne a Torino per un provino e dissi di prendere quel portiere, era un mostro. Se avessero investito su di lui…”.
La carriera di Ravanelli in bianconero: prima giocatore, poi allenatore delle giovanili
Ravanelli, dopo aver giocato per quattro anni alla Juventus, con cui ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Coppa Uefa e soprattutto una Champions League (l’ultima sollevata dalla Vecchia Signora), è tornato in bianconero per due stagioni come allenatore del settore giovanile, in particolare nel 2011/2012 come tecnico degli Esordienti e dei Giovanissimi nel 2012/2013. È proprio in questa sua nuova avventura che, durante un provino, ha la fortuna di incontrare un giovanissimo Donnarumma, che impressiona fin da subito Penna Bianca.

“A 13/14 anni era già un mostro, dissi subito di prenderlo”
“La Juve si deve mangiare le mani per non aver preso Donnarumma. Prima di andare al Milan, venne a provare a Torino ed io allenavo i ’99. Facemmo la relazione di prendere quel portiere, non gli facevano mai gol. A 13-14 anni era già un mostro. Se avesse investito su quel portiere, non avrebbe mai avuto il problema del dopo Buffon. Venne tre giorni in prova e dissi subito di non farlo uscire dal centro sportivo”.
E invece alla fine Donnarumma non finì alla Juventus, ma al Milan. Come è andata poi a finire lo sappiamo tutti: resta però il fascino e la curiosità di sapere come sarebbe potuta andare. Ma si sa: con i ‘se’ e con i ‘ma’ la storia non si fa.








