Come è noto, a dispetto di percorsi di tutto rispetto, il 2023 è stato un anno poco felice per il calcio italiano, sia in termini di club che di nazionali. Alle tre finali europee perse da Inter, Roma e Fiorentina, infatti, si sono aggiunte la sconfitta dell’Italia di Mancini nella semifinale di Nations League contro la Spagna, il k.o. dell’Under 20 nella finale mondiale contro l’Uruguay e l’eliminazione dell’Under 21 dagli Europei di categoria al termine della fase a gironi. Un motivo per sorridere, però, arriva dalla nazionale Under 19, che conquista il titolo di campione d’Europa in virtù dell’1-0 rifilato al Portogallo in finale.
Under 19 sul tetto d’Europa, i protagonisti
Se la vittoria in finale porta la firma di Michaeal Olabode Kayode, esterno tuttofare classe 2004 in forza alla Fiorentina Primavera, la cavalcata dell’Under 19 è frutto di un lavoro globale, nell’ottica del quale tutti hanno remato nella stessa direzione per raggiungere un traguardo che mancava da 20 anni. Tra i protagonisti assoluti dell’impresa dei ragazzi di Bollini, spiccano sicuramente Cher Ndour e Luis Hasa. Il primo, centrocampista classe 2004 cresciuto nelle giovanili di Atalanta e Benfica e appena acquistato dal Psg, si rivela uno dei punti fermi della nazionale: un mix di qualità e quantità al servizio dei compagni.

Il secondo (di proprietà della Juventus), invece, risulta decisivo in tutte le partite (a partire dalla seconda gara del girone, contro il Portogallo). Leader tecnico della squadra, è autore di un gol e quattro assist, due in semifinale e uno in finale: numeri di altissimo spessore per un 18enne dotato, oltretutto, di grande duttilità. Trequartista naturale, ruolo ricoperto soltanto una volta nel corso degli Europei, viene schierato da Bollini sia come ala sinistra che da mezz’ala (in semifinale e finale), ruolo in cui conferisce alla manovra offensiva un peso specifico determinante. Un’altra certezza della nazionale Under 19 risponde poi al nome di Giacomo Faticanti, mediano classe 2004 della Roma Primavera, nonché capitano degli azzurrini e autentico mastino del centrocampo.

Il percorso degli azzurrini
Il percorso degli azzurrini agli Europei maltesi si apre con la vittoria per 4-0 proprio contro i padroni di casa, firmata dalle reti di Cher Ndour, Francesco Pio Esposito (classe 2005, attaccante dell’Inter Primavera e già tra i protagonisti dell’Under 20 ai Mondiali in Argentina), Luca d’Andrea (ala del Sassuolo classe 2004, già gettato nella mischia da Dionisi nella passata stagione) e Samuele Vignato (19enne di proprietà del Monza, capace di giocare sia da trequartista che da esterno d’attacco). La seconda partita coincide con la bruciante sconfitta per 5-1 contro il Portogallo, in cui l’unica gioia azzurra arriva da Luca Lipani, mediano classe 2004 cresciuto nel Genoa, con cui nella scorsa stagione ha esordito in Serie B. Quindi l’1-1 contro la Polonia che, in virtù di una miglior differenza reti rispetto ai polacchi, consente ai ragazzi di Bollini di staccare il pass per la semifinale.

Nel penultimo atto del torneo, contro la Spagna, gli azzurrini si impongono per 3-2 in virtù delle reti di Vignato, Niccolò Pisilli (18 anni, centrocampista della Roma Primavera con una presenza all’attivo in Serie A) e Luca Lipani. La finale contro il Portogallo è scandita da un dominio assoluto dell’Italia nel primo tempo, sugellato dal gol dell’1-0 siglato di testa da Kayode e poi risultato decisivo, quindi da una ripresa all’insegna della sofferenza ma gestita con disciplina. Un trionfo che vendica la pesante sconfitta ai gironi contro i lusitani e che mette in luce, oltre ai profili già menzionati, una nuova generazione di qualità.
La difesa
Spiccano, in tal senso, i cugini Lorenzo e Alessandro Dellavalle, centrali difensivi in forza, rispettivamente, alla Juve e al Torino Primavera. Entrambi difensori centrali classe 2004, giocano uno a fianco all’altro in semifinale e finale, con il primo titolare sin da subito e il secondo abile nel conquistarsi la fiducia del tecnico gara dopo gara. Oltre ai cugini Dellavalle, il reparto difensivo dell’Under 19 può contare, inoltre, sulla corsa di Filippo Missori (450 minuti giocati su 450 agli Europei), capitano nelle prime due uscite complice l’assenza di Faticanti. L’ex terzino della Roma Primavera (neoacquisto del Sassuolo), 19 anni e tre presenze in Serie A all’attivo, viene schierato, nel corso del torneo, sia sulla destra che sulla sinistra, a testimonianza di una duttilità fuori dal comune. A dispetto degli otto gol complessivi subiti (cinque dei quali nella disfatta contro il Portogallo ai gironi), tra i protagonisti del trionfo azzurro figura anche Davide Mastrantonio.

Il portiere classe 2004 di proprietà della Roma, in prestito al Perugia nella passata stagione, si rivela decisivo in finale sfoderando una parata di enorme importanza sul colpo di testa ravvicinato di Fernandez. Insomma, un percorso in cui ognuno ha fatto la propria parte con meticolosità e diligenza. In questo contesto, l’impresa azzurra smentisce il concetto secondo cui in Italia non ci siano giovani di qualità: in questa direzione l’auspicio è che, nei confronti delle nuove leve, venga riposta quella fiducia necessaria (dai club alla Nazionale) per avere continuità. Fattore, questo, determinante nell’ottica della crescita calcistica dei giovani, con l’obiettivo di costruire una futura generazione di campioni.








