Mancini si dimette da Mykonos
È il giorno dopo della notizia che ha sconvolto la Nazionale e la FIGC. Roberto Mancini si è dimesso dalla Nazionale e lo ha fatto mandando una pec alla Federazione, nientemeno che da Mykonos.
Deve essere stata una vacanza all’insegna dell’introspezione quella dell’ex CT in Grecia, visto che a poco più di un mese da due partite decisive per la qualificazione all’Europeo ha deciso di abbandonare la nave per motivi personali.

Non l’ha abbandonata quando ha fallito l’approdo al Mondiale, non l’ha fatto quando era ormai chiaro a tutti, tranne alla FIGC, che il suo ciclo era finito dopo la vittoria dell’Europeo e il record di imbattibilità.
Ma l’ha abbandonata quando il vento portava il profumo di supposti milioni arabi (l’ultima voce parla di 40 milioni l’anno per la Nazionale araba) e la FIGC gli aveva affidato la soprintendenza di ogni rappresentativa calcistica nazionale.
Insomma, si sono visti tempismi migliori, ma in fondo quel che è fatto è fatto. Magari questo pugno in faccia preso da Gravina convincerà anche quest’ultimo a mandare una pec, magari dai Caraibi.

La reazione della stampa
È ovviamente la notizia del giorno, e probabilmente lo rimarrà fino a che non finirà la telenovela sul futuro di Mancini e della panchina dell’Italia.
Le reazioni di giornalisti e giornali sono varie, ma in maggioranza condannano il gesto del tecnico. Repubblica parla di tradimento per andare a prendersi i soldi arabi. Il Giornale è ancora più duro e intitola il pezzo: “Un addio in ritardo di 18 mesi“.
Bargiggia esulta per la scelta di Mancini e su Twitter scrive: “Una delle migliori notizie per il calcio italiano. Andava esonerato dopo il fallimento del Mondiale. La @FIGC
ha dormito allora e ancora di più dopo.”
Anche Pedullà non va per il sottile e attacca il tecnico: “Sul campo Campione d’Europa. Fuori dal campo Campione del Mondo di ingratitudine e strafottenza (me ne vado con una Pec, presto al cinema).”
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