Era il novembre 2020 quando la Gazzetta dello Sport titolò in prima pagina un eloquente: “Era tutto vero” in riferimento alle accuse mosse contro Ciro Immobile e altri tesserati della Lazio di essere scesi in campo nonostante fossero risultati positivi al Covid. Un titolo altisonante, ed un’accusa molto grave che minò non solo la reputazione del capitano biancoceleste, ma anche quella dei medici e dell’intero club.
A distanza di quasi 3 anni, dopo una lunga inchiesta, si è arrivati finalmente ad una chiusura d’indagine: il fatto non sussiste. E l’attaccante ha voluto prendersi la propria rivincita attraverso una polemica storia pubblicata sul proprio profilo Instagram
La rivincita di Immobile sul caso tamponi
Nella giornata di ieri è arrivata la notizia del proscioglimento di Massimiliano Taccone, Francesca Di Marzo Capozzi e Walter Taccone, responsabili del Laboratorio Diagnostica Futura di Avellino nel quale furono sequestrati i campioni dei giocatori della Lazio. Tra questi quello del capitano Ciro Immobile, che fu il più bersagliato da stampa e addetti ai lavori, soprattutto dalla Rosea che a tutta pagina titolò con un significativo: “Era vero“.
La chiusura del caso, e la conseguente innocenza di tutti coloro che vennero chiamati in causa, hanno spinto l’attaccante a prendersi una rivincita personale. Lo ha fatto attraverso i social, ripostando una stories di suo fratello Luigi il quale invitava tutti i detrattori a chiedere scusa al bomber biancoceleste. Alla stories del fratello Immobile ha aggiunto un sarcastico “Però era vero…”, con tanto di emoji di una faccina che ride a crepapelle…









