Da 7 anni Luis Alberto è un’icona della Lazio e dei laziali, ancor di più da quando è andato via Milinkovic-Savic. Il mago ha preso in mano la squadra e ha già realizzato 2 gol e 2 assist (tra cui quello dell’epico gol di Provedel in Champions League). In una lunga intervista al Corriere dello Sport, il numero 10 biancoceleste si è raccontato, rivelando il suo rapporto con Sarri e il suo quasi addio alla Lazio lo scorso dicembre. Inoltre ha rivelato una curiosità, della sua prima da titolare nella Supercoppa Italiana 2017.
Fiero di essere Loco
Luis Alberto è famoso anche per la sua follia, a volte si è presentato in ritardo agli allenamenti, altre volte ha rilasciato dichiarazioni pubbliche contro la società. Insomma Luis Alberto è un po’ “loco”, ma società e tifosi gli perdonano tutto perché in campo disegna magia. “Mi piace fare un po’ di casino, mi piace provare quella tensione, quelle sensazioni – ha confermato il centrocampista spagnolo -. A volte mia moglie mi dice: devi fermarti, non andare oltre. Io sono così, se voglio fare una cosa la faccio, non mi curo degli effetti. Se penso che una cosa sia giusta per me, è impossibile fermarmi”.
Il quasi addio alla Lazio
Il mago è stato due volte vicino a lasciare la Capitale: “La verità sul Siviglia te la racconto. Tutti dicevano un sacco di cose: vuole andar via, vuole il Siviglia e tornare in Spagna, ma io non ho mai detto alla società di volermene andare al 100%. Ho spiegato che avevo qualcosa in mano e che se era anche nel loro interesse sarei partito volentieri. Il Cadice è un discorso diverso, non è attuale, è la squadra del mio paese, sono le mie radici. Lo scorso dicembre volevo andare lì per ritrovare la migliore condizione fisica, giocare. Sarri avrà notato qualcosa di diverso in me e mi ha detto ‘Tu non vai da nessuna parte, se ti alleni bene giochi sempre’. Da gennaio in avanti è cambiata la musica e anche la mia testa”.
Il rapporto con Sarri
“Siamo molto simili. Mi ha aiutato a diventare un giocatore più forte, completo. Grazie a Sarri sono cresciuto tatticamente, nelle fasi di non possesso e difensiva. Era quello che mi mancava, oggi mi sacrifico di più senza perdere lucidità e brillantezza”.
Parole d’amore per la Lazio
“Per me la Lazio è tutto, è la seconda casa. Roma sarà per sempre la mia seconda casa, ne ho una di proprietà anche per questo motivo. I miei fi gli vogliono restare qui, sono romani. In estate hanno trascorso un mese in Spagna, non vedevano l’ora di rientrare a Roma. Dicono che questo è il loro posto. Mia moglie è felice, ed è la cosa più importante. Qui abbiamo tutto quello che desideriamo”.
Il segreto di Luis Alberto
“C’è una cosa che non è mai stata detta: la partita di Supercoppa Italia del 2017 contro la Juventus non avrei dovuto giocarla dall’inizio. Però prima Felipe si fece male contro il Bayer Leverkusen e poi uno che voleva andarsene si rifiutò di entrare in campo. In quel momento Lulic disse a Simone ‘metti Luis Alberto, che sta molto bene’. Vabbeh, mi tocca, è normale, pensai. Entrai in campo, cominciai tranquillamente, mi riusciva tutto. Da play a trequartista grazie a una finale e a Lulic”.








