Un feeling che non è mai sbocciato. Quello tra Zlatan Ibrahimovic e Pep Guardiola, ai tempi del Barcellona, è stato un rapporto che non è decollato come i tifosi e la società blaugrana si sarebbero augurati. Un’intesa che di fatto non c’è mai stata, sia per le idee calcistiche divergenti dei due sia per le personalità e i modi di fare completamenti diversi. Di questo, e di un aneddoto in particolare, ha parlato l’ex attaccante svedese in un’intervista al giornalista televisivo britannico Piers Morgan.
Ibrahimovic: “Guardiola non è stato diretto con me, non mi diceva le cose in faccia”
Sul rapporto turbolento con Guardiola: “So che non si trattava delle mie prestazioni, secondo me si è sentito offeso per il modo cui gli ho detto che avevo bisogno di più spazio. E ci può stare: lui è l’allenatore, se arrivano brutti risultati viene cacciato lui, non i giocatori. Ma sii diretto con me, dimmi le cose in faccia così possiamo capirci. Dopo tre partite in panchina, alla quarta ho iniziato a lamentarmi, non potevo accettare una situazione simile: sono diventato una riserva per una situazione che non ho creato io. E non era di certo conveniente per la società: ero stato un investimento davvero importante per loro”.

“Vuoi giocare con il fuoco? Va bene, ma poi ti bruci”
“Dopo la quarta panchina sono arrivato con la Ferrari, la mia Enzo Ferrari, sapendo che avrei generato una nuova discussione: lui mi aveva specificato che non si doveva venire al centro sportivo in Ferrari o in Porsche. Allora ho parcheggiato la macchina davanti al suo ufficio e ho detto: ‘Vuoi giocare con il fuoco? Va bene, ma poi ti bruci‘. Da quel momento ha iniziato a evitarmi: io entravo nella sala colazione e lui usciva”.
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