Sanzionare, ma non abbandonare chi ha sbagliato. Questo è il pensiero, già espresso negli scorsi giorni e ora nuovamente ribadito, di Gravina riguardo ai calciatori coinvolti nel caso scommesse. A margine della presentazione del premio Aics di cultura sportiva intitolato a Beppe Viola, il presidente della Figc è tornato sull’argomento e ha risposto a chi ha chiesto le sue dimissioni.
Gravina: “Le nostre sanzioni prevedono l’opportunità di un recupero”
Queste le dichiarazioni del numero uno della Federcalcio riportate da Sport Mediaset: “Ho la sensazione che stiamo giocando sulla pelle di ragazzi molto giovani. Ho il dovere, come padre e come nonno, di difendere la dignità di tanti giovani italiani che in questo momento stanno diventando carne da macello, a livello di comunicazione diffusa e non particolarmente onesta. Dobbiamo tutelare l’integrità morale, accompagnare questi ragazzi in un processo di crescita in cui ciascuno di noi si assume le proprie responsabilità. Le nostre sanzioni infatti prevedono anche l’opportunità di un recupero: noi questi ragazzi non li abbandoneremo mai“.

“Senza le nostre regole, ora questi ragazzi non avrebbero alcuna sanzione”
E a chi chiede le sue dimissioni – tra cui anche personaggi del mondo politico – dopo questi ultimi fatti, Gravina risponde così: “Bisogna approfondire meglio alcuni argomenti, sennò corriamo il rischio di far danni al nostro Paese e non solo al mondo del calcio. Ho sentito parlare di responsabilità del mondo del calcio sul caso scommesse: se il mondo del calcio non avesse, tra novembre e dicembre 2020, inserito nei suoi principi statutari le sanzioni per chi scommette, avremmo dovuto adeguarci alle leggi dello Stato e quindi non avremmo avuto nessuna sanzione in capo a questi ragazzi. Noi invece riteniamo di aver adottato norme di tutela”.








