Danilo Cataldi è andato a Genova per testimoniare a un processo a 15 ultras del Genoa, accusati di vari reati. La deposizione del giocatore della Lazio, la cui moglie fu presa a calci dagli ultras genoani, ha lasciato sorpresi i giudici. Così riporta il Corriere della Sera.
Cataldi al processo degli ultras del Genoa
Danilo Cataldi è tornato a Genova, dove era chiamato a testimoniare a un processo a carico di 15 ultras del Genoa accusati di estorsione, violenza, associazione a delinquere e altro.
Gli ultras sono stati indagati nell’ambito dell’inchiesta sulle estorsioni alla società dal 2010 al 2017. Secondo l’indagine della pm Francesca Rombolà e del procuratore Francesco Pinto la tifoseria teneva sotto scacco la squadra per garantire la pace del tifo ed evitare altre contestazioni.
Le dichiarazioni di Cataldi lasciano basiti i giudici
Cataldi è stato chiamato a testimoniare perché, il 7 maggio 2017, uno degli ultras avrebbe tirato un calcio a sua moglie per convincere “Cataldi e la moglie a non farsi fotografare da una famiglia di tifosi del Genoa al termine della partita Genoa-Inter perché “indegno“.
Secondo la narrazione del Corriere della Sera, il centocampista della Lazio ai giudici avrebbe detto: “Il calcio a mia moglie? Fu una contestazione minima dei tifosi.”
[twitter url=”https://twitter.com/Corriere/status/1727474161600131118″]Una risposta che avrebbe lasciato di stucco i giudici, che perplessi avrebbero aggiunto: “Se le sembra una cosa normale che un tifoso tiri un calcio a sua moglie.“
Cataldi risponde sui social
Su Instagram, Cataldi nega questa versione dei fatti e scrive in una storia: “Gli articoli e le notizie pubblicate sul mio conto riportano ricostruzioni parziali, strumentali e sensazionalistiche, oltre che lesive della mia persona, relativamente ad una vicenda, accaduta nel 2017 dopo una partita di calcio e che oggi mi vede come testimone di un processo penale.
Per chiarezza: non ho minimizzato l’episodio in cui è stata coinvolta mia moglie, la persona che amo e stimo di più al mondo. Far passare un messaggio diverso è quanto di più offensivo e diffamatorio nei miei confronti, soprattutto in una vicenda del genere. Credo fermamente nella giustizia e anche per questo mi riservo di agire in ogni sede per tutelare la nostra famiglia.”








