Le incredibili avventure di Cellino al Leeds: “Volevano uccidermi”

Personaggio istrionico e senza peli sulla lingua con la fama di mangia-allenatori. Nell’immaginario collettivo Massimo Cellino è tutto questo. L’attuale presidente del Brescia, in un’intervista rilasciata al Daily Mail, ha raccontato alcuni incredibili aneddoti riguardo la sua esperienza da presidente del Leeds. Da un clamoroso errore di pronuncia ai problemi con i tifosi dei Whites, l’imprenditore non ha vissuto un periodo proprio memorabile…

Le avventure british di Cellino

L’imprenditore nato a Cagliari è noto per essere una persona estremamente scaramantica: ad esempio non ingaggia mai giocatori nati il giorno 17, e ha una totale avversione per il colore viola. E il primo aneddoto raccontato al tabloid inglese riguarda proprio questo colore, e un divano di quella tonalità presente nel suo ufficio assolutamente da rimuovere: “Il mio inglese era molto scarso e avevo una pronuncia terribile. Quando sono arrivato ho visto quel divano viola e ho detto ‘Cambia quel maledetto divano (couch, in inglese ndr)‘ e invece hanno licenziato l’allenatore (in inglese coach ndr)”. L’allora patron del Leeds si accorse troppo tardi dell’errore, quando ormai era già stato dato il benservito al malcapitato McDermott.

Questa esonero non fu preso affatto bene dai sostenitori del club: “2.000 persone allo stadio volevano uccidermi, allora mi hanno nascosto e poi portato via in una macchina della polizia“, ha raccontato Cellino, convinto che tutto questo fosse un’inevitabile conseguenze della “maledizione del colore viola“. Dal profano al sacro, l’attuale presidente del Brescia è anche una persona estremamente religiosa, al punto che dopo una striscia di risultati negativi ebbe l’idea di far benedire il cerchio di centrocampo: “Quando il prete ha finito, dallo stadio sono volati via tantissimi corvi neri e ho detto ‘non è uno scherzo, questo non è un film‘”.