Nella sua carriera di allenatore Roberto Mancini ha avuto la possibilità di sedere sulle panchine di grandissimi club, oltre che della Nazionale Italiana. È partito dalla Fiorentina, passato dalla Lazio e dall’Inter, poi da Manchester City, Galatasaray e Zenit San Pietroburgo, prima di diventare ct degli Azzurri e quindi accettare le lusinghe d’oriente e dire sì alla generosa proposta della federazione saudita.
Un’avventura più che ventennale, in cui il tecnico di Jesi ha vissuto le più svariate esperienze, anche se forse quella capitatagli al termine delle 4 stagioni passate da manager del City è stata la più “umiliante”. L’ha raccontata l’ex difensore Micah Richards, non nuovo nello svelare incredibili retroscena.
L’esonero di Mancini al City
Nell’ultimo episodio del podcast The Rest is Football, che conduce insieme alle due leggende inglesi Gary Lineker ed Alan Shearer, Richards ha raccontato i giorni antecedenti l’esonero di Mancini al Manchester City, con l’allenatore che, già avvisato dal club della decisione, volle comunicarla personalmente alla squadra: “Ero il figlioccio di Mancini, tutti sanno com’era il nostro rapporto“, ha detto l’ex difensore, “Ricordo che eravamo al Landmark Hotel. Eravamo tutti seduti attorno al tavolo e ricordo che lui venne da noi e ci disse ‘È finita per me‘“.
La reazione della squadra alle parole del tecnico lasciò Richards letteralmente sgomento. “È stato strano. Metà del tavolo era sventrato, ma l’altra metà stava quasi esultando. Era assolutamente ridicolo. Ma come, pensavo, lui ha appena perso il lavoro e tutti sorridono e scherzano. La cosa peggiore è stata che anche quelli che erano nella squadra titolare esultavano. Era una follia“. Non proprio la risposta che ci si poteva aspettare per un allenatore che riuscì a riportare la Premier League in bacheca del club dopo quasi 50 anni…








