Chiamarsi Bomber ha istituito il premio Rookie per i giocatori esordienti in Serie A, senza limiti d’età. A Ottobre i nostri followers di Instagram, Facebook e Youtube hanno deciso di premiare Daniel Boloca del Sassuolo. È lui il preferito della community social di Chiamarsi Bomber. Il giocatore dei neroverdi ha avuto la meglio su gli altri candidati, ovvero l’attaccante dell’Udinese Lorenzo Lucca e il difensore del Frosinone Ilario Monterisi. Il nostro Elia Lavelli gli ha posto le domande che voi follower ci avete scritto su Instagram.
[instagram id=”Czv2laEoVuK”]Io sono curiosissimo di sapere una cosa perchè tu avevi 18 anni al termine della tua esperienza alla Juventus. Poi cominci in Serie D però non va subito bene, ma non perdi mai l’animo e la consapevolezza delle tue capacità e arrivi fino a qui che è un risultato incredibile. Se puoi raccontarmela come è andata…
“Si, prima della Serie D, c’è stata una tappa al Chieri juniores, poi dopo andai in Slovacchia. Anche lì comunque è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere tantissimo sotto tutti gli aspetti, ma come anche la Serie D mi è servita tantissimo perchè comunque ti fa crescere sia umanamente che come calciatore. E per me è stato importantissimo fare questo tipo di percorso perchè a me ha aiutato ad arrivare fin qui più preparato mentalmente“.
Tu ci hai sempre creduto anche quando magari avevi il sogno della Serie A?
“Non mi metto mai obiettivi a lungo termine. I miei obiettivi sono quelli sul miglioramento, sulla dedizione, sul lavoro“.
No perchè questa cosa è anche, se vogliamo, una metafora anche per i giovani che non solo giocano a calcio, ma effettivamente di mantenere anche nelle difficoltà o comunque nei momenti in cui non sembra arrivare subito il premio, diciamo così, di mantenere l’attenzione e i risultati arrivano.
“La cosa importante è rimanere sempre fiduciosi, consapevoli che comunque bisogna lavorare. Bisogna migliorare perchè poi il frutto dei risultati è appunto basato sul lavoro, sulla dedizione, sul miglioramento che sono quelli che poi ti permettono di poter fare qualcosa di importante“.
[instagram id=”C1CKazcoJc4″]Un’altra cosa interessante del tuo percorso è che tu hai di fatto sostanzialmente debuttato nel ruolo di regista a San Siro, nel ruolo probabilmente più difficile da interpretare di tutti gli undici, a mio parere, anche per esempio del centravanti o del trequartista o della mezz’ala, perchè dai tuoi piedi e dalla tua testa, soprattutto, passano tutti i palloni più importanti quando giochi da regista. Qual è la cosa principale che pensi quando sei in quel ruolo del campo?
“Secondo me è importante avere tanta personalità, poi la spensieratezza che ti permette di poter giocare in modo libero, sereno e come dice sempre il mister cercare di vedere le giocate prima. Cercare di ragionare a un tocco per appunto poter fare delle giocate con un tempo in meno e quindi poi riesci ad aiutare la squadra ad avere un gioco molto più fluido”.
Tu sei nato con questa idea, hai sempre avuto l’idea del passaggio filtrante o della visione come caratteristica di gioco?
“A me piace che tutti i palloni possano passare da me perchè mi piace comunque dirigere il gioco, quindi quello che cerco sempre di fare appunto di chiamare ogni pallone e cercare di farlo girare“.












