Thierry Henry è stato uno dei più grandi calciatori degli ultimi 30 anni. Simbolo e leggenda dell’Arsenal e della Nazionale Francese, l’ex attaccante, attualmente allenatore della selezione Under 21 dei Galletti e opinionista per la tv inglese, ha però rivelato che fama e successo non significano automaticamente benessere fisico e soprattutto mentale, almeno per lui.
In una lunga chiacchierata con Steven Bartlett nel suo podcast “Diary Of A CEO“, la leggenda transalpina ha sollevato il coperchio su una tematica spesso poco e male affrontata nel mondo del calcio, quella relativa alla depressione. Un male di cui, quasi inconsapevolmente, anche lui ha sofferto in seguito ad alcune problematiche che aveva sempre tenuto nascoste.
Henry e la depressione
L’ex Arsenal, Juventus e Barcellona, oggi 46enne, ha parlato di sè stesso non come calciatore, ma come uomo, con tutti i problemi e le fragilità del caso: “Ho mentito per molto tempo perché la società non era pronta ad ascoltare ciò che avevo da dire“, ha raccontato rivelando di aver sofferto di depressione quando era ancora in attività: “Sono stato depresso da calciatore. Lo sapevo? No. Ho fatto qualcosa? No. Mi ero adattato, in un certo modo. E ho mentito per molto tempo“.
I suoi problemi sono riemersi improvvisamente durante il Covid, periodo in cui Henry si trovava a Montreal: “Ero isolato, non potevo vedere i miei figli, per me è stata dura. Piangevo quasi ogni giorno senza motivo, è stato strano, ma in senso positivo“. La stella francese ha collegato i suoi problemi a un’infanzia traumatica trascorsa cercando di compiacere suo padre e poi ad una carriera da giocatore in cui ha sempre cercato di compiacere gli altri: “Come se indossassi un mantello, poi tolto quando ho smesso di giocare. Ma quando sei in campo, i problemi li eviti, non ci pensi. Ci ho fatto il conto dopo“.














