Gigi Riva poteva essere salvato? L’ipotesi e le domande de Il Giornale

Un affetto sconfinato per un campione che ha dato tutto per la sua terra adottiva, un fenomeno – in campo e fuori – che ha preferito l’amore della sua gente ai soldi e alle proposte delle grandi squadre. Gigi Riva è stato tutto questo, per i tifosi cagliaritani e non solo. Il campione d’Italia del 1970 si è spento, lunedì sera, all’età di 79 anni. Una notizia terribile per tutto il calcio italiano. E allora Il Giornale, sulla propria edizione odierna, ha provato a chiedersi se questa morte potesse essere evitata in qualche modo

Il Giornale torna sulla morte di Gigi Riva

Il primo punto su cui si interroga il quotidiano riguarda un particolare esame, la coronarografia, svolto alcune ore dopo il suo arrivo in ospedale: “Dalla conferenza stampa rilasciata dal direttore sanitario e dall’equipe medica del nosocomio è stato reso noto che la coronarografia, l’esame principe che in casi come questi si esegue d’urgenza, anche di notte o il prima possibile, una volta stabilizzato l’infermo per avere conferma delle genesi coronarica del malessere accusato e manifesto e procedere di conseguenza, è stata eseguita soltanto alle 10.30 del mattino dopo, dopo circa 8 ore dal ricovero“. Il Giornale poi aggiunge: “In genere, in casi così gravi ed evidenti si procede automaticamente, durante l’esame coronarico, all’angioplastica, ovvero all’applicazione degli stent, cioè di micro dispositivi che si inseriscono nelle sedi di stenosi delle coronarie, cioè le arterie del cuore parzialmente ostruite da trombi o placche ateromasiche, per disostruirle e ripristinare il calibro del vaso, permettere il ritorno attivo del flusso sanguigno, e di conseguenza la ossigenazione delle aree del miocardio in sofferenza ischemica, in modo da evitare l’evoluzione in infarto conclamato e quindi salvare la vita al paziente“.

Gigi Riva poteva essere salvato? La domanda de Il Giornale

Una procedura che richiede l’autorizzazione del paziente e che, sempre secondo Il Giornale, lo stesso Riva avrebbe rifiutato, anche se in conferenza l’equipe medica non avrebbe specificato se prima o dopo la coronarografia. Una questione che porta alla chiusura dell’articolo pubblicato dal quotidiano: Forse, se si fosse intervenuto con la procedura completa, coronarografia con angioplastica, come richiedono casi come questi, la notte stessa dell’arrivo di Giri Riva nel nosocomio, le cose sarebbero potute andare diversamente, ma forse quella notte il reparto di Emodinamica non era sufficientemente attivo o coperto con personale specializzato per una emergenza notturna del genere, o forse la stabilizzazione del paziente ha richiesto tempo, e forse durante quella coronarografia della mattina successiva, dove la gravità della patologia era radiologicamente più che evidente, nessuno è stato in grado di convincere il paziente illustre, che aveva già i cateteri infilati nelle vene del braccio fino al cuore, della assoluta necessità di procedere ad applicare gli stent salvavita in quella stessa seduta operatoria”.