Tra gli artefici del magic moment dell’Inter, prima in campionato a +9 (con una gara in meno) sulla Juventus e reduce dalla vittoria (1-0) contro l’Atletico Madrid nell’andata degli ottavi di finale di Champions League, figura sicuramente Beppe Marotta. Nella giornata di oggi, l’ad nerazzurro è intervenuto all’inaugurazione dell’undicesima edizione del corso da team manager presso l’università Luiss di Roma e ha ripercorso alcuni dei momenti chiave della sua carriera.
Marotta: “Ho sacrificato Spalletti per Conte”
“Nel 2019, quando sono arrivato all’Inter – ha riferito Marotta – sacrificai una figura come Luciano Spalletti, che ritengo un bravo allenatore, ma che ormai faceva parte del passato. La cultura che c’era non era vincente, allora ho sacrificato un allenatore come lui per arrivare a Conte, che conoscevo bene e che ci ha portato a vincere lo scudetto al secondo anno”
“Alla Juve cambiai tutti i ruoli”
Un modus operandi già adottato in bianconero: “Quando nel 2010 arrivai alla Juve, i risultati non c’erano e dovetti procedere a una rivoluzione. Cambiai tutti i ruoli, dalla comunicazione ai magazzinieri. In squadra avevamo una fila di campioni del mondo. Camoranesi, ad esempio, era nella lista di quelli che volevo mandare via, ma ero in imbarazzo. Così lo chiamai nel mio ufficio e gli chiesi cosa avrebbe fatto lui al mio posto. Mi rispose <mandare via me e tanti altri>. Ecco, bisogna avere la forza di cambiare quando serve”.












