Fagioli torna sulle scommesse: “Ecco perché giocavo”

Capire i propri errori per non sbagliare più e, soprattutto, per indurre i giovani a non farlo. È questa la missione di Nicolò Fagioli, che ha parlato agli studenti di Condove – in Piemonte – delle scommesse, e di tutti i problemi che scaturiscono dalla dipendenza dal gioco, in uno degli incontri accordati con la Procura Federale dopo la squalifica ricevuta. 

Fagioli: “Il mio periodo più difficile per i problemi causati dal gioco”

Ecco quanto raccontato dal centrocampista della Juventus, come riportato da La Gazzetta dello Sport: Dico ai giovani di non cominciare neanche a scommettere e di coltivare i loro sogni. Un anno fa è stato il periodo più difficile perché avevo problemi causati dal gioco. In quei casi diventa complesso gestire tutto da solo e a quel punto ho capito che dovevo chiedere aiuto“.

“Ecco perché scommettevo, ma poi è diventata una malattia”

Fagioli ha poi proseguito: Cosa mi spingeva a mettere tanto denaro nel gioco? Forse avevo tanto tempo libero, la noia mi portava a giocare. Penso sia stata questa la principale causa: è cominciata così, ma dopo tempo è diventata una malattia. Man mano perdi i soldi, vuoi nascondere le cose ai genitori e così è diventato un problema. Quando è diventata una malattia ho capito che potevo rischiare molto nella mia carriera, ma la paura veniva superata dall’adrenalina della giocata”.