Le ultime 48 ore del presidente della FIGC Gabriele Gravina sono state a dir poco intense. Il presidente si è ritrovato dall’essere vittima dell’inchiesta dossieraggio portata avanti dalla Procura di Perugia a essere nell’occhio del ciclone per una serie di accuse che, attraverso i suoi avvocati, respinge in maniera perentoria.
Cos’è successo a Gravina?
Molti media hanno parlato di indagini a suo carico portate avanti dalla Procura di Roma in merito alle ipotesi di reato di autoriciclaggio e appropriazione indebita. I sospetti sono ricaduti principalmente su due fatti:
- il bando del 2018 sui diritti televisivi della Lega Pro (di cui all’epoca era alla guida) che non sarebbero stati concessi con la dovuta regolarità;
- la vendita di libri antichi mai conclusa che nasconderebbe una tangente che avrebbe portato a un guadagno solo per le caparre tra i 250 e 350 mila euro e l’acquisto di una casa a Milano per la figlia della sua compagna.
La risposta dei legali
L’avvocato Viglione, che con Mercurio difende Gravina, ha spiegato alla Gazzetta dello Sport:
Non c’è nessuna ipotesi di reato, nessuna interlocuzione su reati, abbiamo noi chiesto di essere sentiti, non ci hanno chiamati loro visto che non c’era nessuna iscrizione nel registro degli indagati, è ovvio che per essere sentiti con la presenza degli avvocati accanto occorre formalizzare tutto. Non c’è stata nessuna continuazione giuridica da parte dei magistrati. Riciclaggio, autoriciclaggio: queste cose sono per noi lunari. Nessuno ci ha contestato nulla, il presidente ha documentato tutto, e tutto è stato completamente chiarito. Ecco, vorremmo che uscisse fuori la realtà dei fatti, perché abbiamo letto in queste ore davvero tante cose false, sui media e in tv. Chi scrive autoriciclaggio fa un salto nel vuoto, tutte parole mai usate durante l’audizione. L’acquisto della casa, dei libri, tutte cose che anche cronologicamente sono state ricostruite male. La casa è stata pagata con soldi suoi e abbiamo mostrato e depositato i bonifici. Sa qual è l’assurdità? Che noi facciamo un atto del genere volontario, e invece dobbiamo leggere che il presidente è indagato. Non ce ne sono tanti che si presentano spontaneamente, questo per dimostrare l’assoluta infondatezza di tanti fatti più che reati. Non esistono i fatti, quindi non possono esistere i reati. Altro che autoriciclaggio, qui parliamo del nulla.
“Un disegno nato per danneggiarlo”
Dichiarazioni che fanno il paio con quanto comunicato ieri dallo studio legale, che come riporta Gazzetta:
Dopo l’interrogatorio viene diffusa una nota della difesa del presidente in cui si sottolinea il fatto che Gravina ha scelto in autonomia di presentarsi in Procura senza ricevere alcun invito a comparire. Una scelta fatta “in ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti”. Viene ribadito come il numero uno della Federcalcio sia una “vittima” pronta a «tutelare la sua immagine». E nella chiusura si fa esplicito riferimento a dei “mandanti” che Gravina spera vengano al più presto individuati. Dunque il presidente è convinto di non essere una vittima casuale del dossieraggio emerso nell’indagine di Perugia. Ritiene piuttosto che dietro alle ricerche di Striano e Laudati – accusati di accesso abusivo a dati informatici e illecita divulgazione degli stessi il primo e di falso e abuso di ufficio il secondo — ci sia un disegno nato e portato avanti per danneggiarlo, come del resto si legge negli atti che la Procura umbra ha trasmesso il 23 marzo del 2023 a quella di Roma.








