Che fine ha fatto Javier Pastore? L’ex Psg, svincolato a 34 anni dopo la breve esperienza in Qatar, ha raccontato il calvario vissuto negli ultimi anni.
Pastore: “Ho fatto da cavia”
“Giocavo una partita e poi ero costretto a rimanere a letto per due giorni a causa del dolore – ha riferito Pastore a La Nacion – mi svegliavo con il dolore e ogni passo era una sofferenza. Provavo sempre dolore nel sedermi, nel chinarmi, nel salire in macchina. Ho provato tante soluzioni, terapie innovative, ho anche fatto da cavia per cure che sembravano poter avere effetti positivi”.
“Giocare a calcio era una punizione”
“Mi hanno migliorato consentendomi di allenarmi e giocare – ha proseguito l’argentino – ma non hanno realmente migliorato la qualità della mia vita e non ottenevo i risultati sperati. Nel 2020 ho fatto un’artroscopia all’anca e ho avuto dei miglioramenti, ma poi il dolore tornò e diventò talmente forte che giocare a calcio non era più un piacere. Era una punizione, soffrivo in campo e soffrivo fuori, non ero neanche in grado di giocare con i miei figli”
“Non penso a giocare a calcio”
“Poi ho avuto una sostituzione completa dell’anca sul lato sinistro. Ho il femore e l’acetabolo in ceramica, tutto incapsulato a pressione senza viti né colla. Sono stato operato martedì e mercoledì già camminavo, senza dolore. Ogni mattina faccio riabilitazione e ora riesco a vedere una vita normale. La mia testa ha detto basta, oggi non penso a tornare in campo ma voglio solo stare bene”.








