Continua a tenere banco il tema relativo al razzismo negli stadi. Archiviato il caso Acerbi, assolto nell’ambito del presunto insulto razzista rivolto a Juan Jesus durante Inter-Napoli, il suddetto fenomenro torna tristemente d’attualità, in seguito a quanto accaduto durante la sfida di Primera Division RFEF (terza serie spagnola) tra Sestao River e Rajo Majadahonda.
Insulti razzisti al portiere
Al minuto 87 (sul risultato di 2-1 per i padroni di casa), sono stati rivolti pesanti insulti razzisti al portiere del Rayo, Cheikh Sarr. Nella circostanza, dopo aver individuato il responsabile, il classe 2000 senegalese ha reagito di istinto e si è scagliato verso la tribuna prendendo il tifoso per la sciarpa, nel tentativo di “farsi giustizia da solo”.
La decisione del Rajo Majadahonda
Un gesto che gli è costato l’epulsione diretta e che ha provocato la netta presa di posizione dei compagni, come riferito da Jorge Casado, capitano del Rayo, ai microfoni di Cadena Ser: “Tutti i giocatori erano d’accordo ad abbandonare il campo e interrrompere la partita. Non abbiamo perso neanche un attimo, non si poteva continuare a giocare facendo finta di nulla. Abbiamo parlato con l’arbitro e lui ha accettato la nostra decisione sospendendo il match. La RFEF ha provato a costringerci a tornare in campo, una situazione incredibile. Nel 2024 è assurdo che ci siano persone libere di entrare allo stadio e insultare per il colore della pelle, è una vergogna“.
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