Chiamarsi Bomber ha avuto il piacere di fare una bella chiacchierata con Lorenzo Dallari, Social Director della Lega Serie A, che ci ha parlato degli ultimi progetti, come il Festival di Parma e la presentazione dei calendari, ma anche del continuo sviluppo del settore social del nostro massimo campionato.
Una carriera lunga e di successo, quella di Dallari, da sempre nel mondo dello sport ma solo negli ultimi anni completamente dedicata al calcio.
L’ultimo progetto della Serie A è stato il Festival di Parma, evento fisico e digitale. È previsto un bis? Ci sono alcuni aspetti su cui si lavorerà di più?
“Il Festival di Parma è stato in realtà il penultimo progetto in ordine di tempo, l’ultimo è stato la presentazione dei calendari. Lo abbiamo ideato e realizzato in pochi mesi, da noi vige la “regola dei 4 mesi”. È andato molto bene, abbiam fatto 31 panel e c’erano più di 100 relatori: la soddisfazione deriva anche dal fatto, come mi ha fatto notare il Sindaco Michele Guerra, che tutti sono venuti fino a Parma. Siamo contenti del livello che è stato espresso, abbiamo deciso di trattare concetti molto elevati, non solo di calcio ma anche di attualità e comunicazione, anti-pirateria, etica comportamentale dei giovani.
Ci sarà assolutamente un bis, anche un tris ed un poker. Tendenzialmente questo è un momento di incontro e confronto tra tutti i settori del mondo del calcio. Non è un workshop ma un modo di condividere il tempo in maniera quantitativa e qualitativa. La città ci ha accolto molto bene, con entusiasmo e raffinatezza. Anche per i prossimi anni saremo in Emilia Romagna e mi auguro ancora a Parma, dove tra l’altro abbiamo creato un ottimo rapporto con la regione. Noi abbiamo creato un indotto importante per la città, hanno lavorato tutte aziende di Parma. Il prossimo anno si lavorerà di più su due aspetti: cercheremo di creare maggiore interazione anche al di fuori delle location dei dibattiti, ragioneremo sul creare qualcosa per i tifosi in giro per la città, ovviamente non trasformando Parma in una fiera di paese; provare a tenere alto il livello dei dibattiti”.
Continua a svilupparsi la parte digital e social della Serie A: quali sono i contenuti più cercati dall’utenza social?
“Io sono qui da 5 anni, abbiamo quintuplicato il numero di followers che si attestano ora sui 37,1 milioni; abbiamo 22 account in 8 lingue e presidiamo in pratica tutte le piattaforme anche a livello internazionale. Cosa cerca principalmente l’utente? Gli highlights, tanto è vero che vi anticipo che dal prossimo anno abbiamo deciso di fare gli highlights anche in spagnolo, oltre che in italiano, inglese e arabo. Si fa tutto da Lissone, i commentatori anche stranieri sono tutti lì”.
Tu nasci giornalista e cresci come manager: cosa hai portato nella tua attività da manager del tuo background di giornalista?
“Tutto. Quello che ho imparato e studiato è fondamentale per farmi svolgere la mia attività attuale. Io ho fatto veramente tanta palestra, ho iniziato nelle televisioni private e ho ancora delle nozioni importanti che ho imparato quando ho iniziato nell’81/’82. Questo mi ha consentito di avere una conoscenza a 360 gradi dei problemi e la capacità di saperli affrontare e provare a risolverli. Io ho fatto tutto: telecronache, bordocampo, inviato, collegamenti da zone impensabili…
Ho gestito tanti sport in maniera differente e con tante difficoltà e da ognuno ho imparato qualcosa, ma soprattutto ho imparato ad essere curioso. E quando a 60 anni sono arrivato al calcio ho messo a ragion comune tutto quanto, tutti gli elementi che avevo accumulato. Se uno ha curiosità ha poi voglia di imparare e di studiare, con la capacità di adattarsi e saper ascoltare, capire che il mondo va avanti. Mi piace lavorare con i giovani e metto a disposizione la mia esperienza, ma sono loro che mi arricchiscono.
Sono uno che lavora 7 giorni su 7, 15 ore al giorno, ho fantasia creativa, ho fatto 1000 errori nella mia vita di cui faccio tesoro. Mi piacciono le sfide, anche quando ero a Sky ho fatto tantissime cose nuove, come quando inventai lo studio live nel paddock della Formula 1. E in questi 5 anni nel calcio ho shakerato tutte le mie esperienze, sono stati gli anni più incredibili della mia carriera, ho fatto cose che mai avrei pensato di fare, l’ultima il Festival”.
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