Pep Guardiola a Che Tempo Che Fa: “Parlando di Baggio mi commuovo, non so se lascerò il City a fine stagione”

Ieri a Che Tempo Che Fa c’era un ospite d’eccezione: Pep Guardiola. L’allenatore del Manchester City è andato in studio da Fazio e ha raccontato diverse cose sul suo passato in Italia e anche sui suoi progetti futuri, passando per Messi, Cruijff e De Gregori.

Guardiola a Che Tempo Che Fa

Non è da tutti avere in studio un ospite eccelso come Pep Guardiola, allenatore del Manchester City e unico ad aver vinto due volte il Triplete, obiettivo che ha anche con i Citizens prima di decidere il suo futuro. Ieri sera da Fazio a Che Tempo Che Fa su NOVE Guardiola si è raccontato. L’allenatore ha detto: “Uno della vita deve trovare le persone giuste al momento giusto. Io non mi immagino la mia vita calcistica senza la figura di Johan Cruijff. A livello tattico mi ha insegnato tantissimo, a giocare in questa maniera. Soprattutto però l’intuizione, che da una cosa che viene male ne deve poi venire una cosa buona.

Mi ha insegnato a decidere tante cose di stomaco e di naso: era un genio, unico. A esempio, spesso quando le cose non vanno bene, si dice che bisogna correre e lottare di più. Lui diceva che le cose andavano male perché si correva troppo. Il contrario di quello che dicono gli altri.”


Su Baggio, Mazzone e gli anni a Brescia

Guardiola ha impressionato in studio per la padronanza dell’italiano, ancora ottima nonostante siano passati diversi anni dal suo passaggio in Italia. Su questo Pep ha detto: “Francesco de Gregori mi ha aiutato tanto a imparare l’Italiano, l’ho fatto ascoltando le sue canzoni. La mia preferita è “La storia siamo noi”.  Quando ero al Brescia mentre andavo ad allenarmi in macchina mettevo le sue canzoni e così ho imparato. Poi se non capivo le parole, chiedevo a un mio amico di tradurmi. Le parolacce? In Italia sono la prima cosa che uno impara.

Su Mazzone: “La prima volta che l’ho visto è stato quando è andato sotto la curva (durante il derby con l’Atalanta finito 3-3 ndr). Io ero in tribuna e mi sono chiesto se fosse questo il mio allenatore. Quando mi ha conosciuto, la prima cosa che mi ha detto è che non mi voleva. Ma poi sono rimasto affezionato per sempre. Era un allenatore della vecchia scuola. Ora abbiamo tutte le immagini e informazioni, mentre lui era uno di pelle. Io dico sempre di viaggiare per il mondo e provare cose nuove. Barcellona per me era confortevole, ma se non fossi andato a Brescia non avrei mai conosciuto Mazzone.”

Su Baggio: “Quando parlo di Roberto Baggio mi emoziono. Io l’ho conosciuto sul finire della sua carriera e aveva un ginocchio che sembrava una lavatrice. Non si poteva muovere ed era il più forte. Posso solo immaginare quando era al suo meglio. Poi è una persona solare, con un senso dell’umorismo incredibile. Credo che Roberto abbia conquistato l’ammirazione del mondo non solo per il fatto di essere stato un grande giocatore, ma perché è una persona speciale. Non credo che in Italia ci sia un posto, che ci sia un tifoso milanista, interista, juventino o di Firenze che non lo ami.

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Lui era diverso e veniva trattato in modo diverso, ma lo accettavamo. Una cosa che ho imparato è che uno non può trattare tutti allo stesso modo. Mi sarebbe piaciuto tanto giocare più anni insieme a lui. Io ero un centrocampista centrale e quando mi arriva la palla, da destra o da sinistra, dovevo sempre trovare lo spazio libero e un giocatore che fosse lì. Non so perché, ma lui era sempre lì e lo trovavo. Mi sono divertito tanto, avevamo un gruppo meraviglioso nel Brescia.  È stato uno dei periodi più belli della mia vita. Pensavo che Roby fosse una persona seria, la grande stella… invece era l’anima, sempre lui con Luca Toni. Ha fatto un gruppo strepitoso e ci siamo divertiti tanto. Quella squadra era fortissima.


Messi, City e Champions: passato, presente o futuro?

Pep Guardiola è andato anche a rivangare un po’ di passato più recente e ha parlato di Lionel Messi, esploso nel Barcellona sotto la sua gestione: “Allenarlo è stato facile, perché per me è il giocatore più forte di tutti i tempi. Per me, in quel momento si sono allineate le stelle. Forse dire che è il giocatore più forte di tutti i tempi è una mancanza di rispetto per Maradona, Pelè e quei giocatori lì. Però io ho visto questo ragazzo in allenamento e che faceva due gol o tre assist ogni tre giorni. Non potevo immaginare questa costanza per 10 o 15 anni. Siamo fortunati di viverlo, perché questo succede una volta nella vita. Sorrentino è stato qui poco fa; beh, Messi era la Grande Bellezza.”

Sul suo futuro non si è invece voluto sbilanciare: “Non è vero che finisce il mio percorso al Manchester City, devo ancora riflettere.. Se Roberto Baggio mi accompagna come assistente, forse vengo in ItaliaNon farò il CT dell’Inghilterra… Però, tutto però può essere…

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Infine, sulla stagione attuale, ha parlato della Champions League, che il City vuole conquistare per la seconda volta in tre anni: “Una squadra che non vorrei incontrare in Champions? Il Barcellona, perché l’affezione che ho per quella squadra a livello emozionale mi distrugge. Sono nato in un piccolo paese vicino a Barcellona, quindi sono sempre stato legatissimo. Trovarla non mi fa piacere. La nuova formula della Champions? Non ho capito niente. Io gioco e basta, poi fate voi.”

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