Col Milan ha vinto tutto, comprese le ultime due storiche Champions League del club rossonero, quindi chi meglio di Cristian Brocchi può commentare la stagione rossonera? Il centrocampista ha criticato la tendenza dei club italiani a puntare sugli stranieri, ignorando i giovani italiani che rimangono per gran parte della carriera nelle serie minori.
Al Milan mancano italiani
Brocchi dopo aver parlato del suo legame col Milan, ha analizzato lo stato attuale delle cose difendendo l’operato della società: “Oggi attaccare il Milan è come sparare sulla croce rossa. Non è più il club di Berlusconi e Galliani, è gestito da persone che hanno modalità diverse. Io darei colpe alla società se non avesse fatto mercato, se non avesse preso calciatori forti. In realtà sono arrivati giocatori importanti, ma non si è riusciti a costruire la giusta alchimia tra società, allenatore e giocatori. Perché quelle cose lì non si comprano ma si costruiscono. Hanno fatto errori? Sì altrimenti la stagione sarebbe andata diversamente. Possono migliorare nei rapporti all’esterno e coi tifosi? Certo e sono convinto che anche loro sanno cosa hanno sbagliato e dove possono migliorare. Per questo motivo rimanderei il giudizio all’anno prossimo. Se la prossima stagione verranno fatti gli stessi errori, allora sarà giusto criticare, però sono convinto che questa stagione sia servita per crescere e migliorarsi”.
Pochi italiani nel Milan
Fabrizio Biasin ad Area Fritta, il vodcast di Chiamarsi Bomber disponibile su Youtube, ha spesso sottolineato che il problema del Milan sia la mancanza di leader. Non è dello stesso avviso l’ex centrocampista rossonero: “Non credo che non ce ne siano, io penso che all’esterno si faccia confusione tra leader tecnico e leader dello spogliatoio. Anche nel mio Milan c’erano giocatori che erano leader tecnici in campo, ma nello spogliatoio manco li notavi. Leao è fortissimo, ha qualità incredibili, se lo metti al Barcellona al posto di Raphinha, non credo cambi molto. È chiaro che se si pretende che sia leader anche nello spogliatoio, lui non è quel tipo di leader. Ad esempio vedo Maignan e Walker leader da spogliatoio. Sai perché nel mio Milan c’erano tanti leader? Perché lo zoccolo duro era formato da italiani: a centrocampo c’erano Gattuso, Pirlo e Seedorf mentre le riserve eravamo io e Ambrosini, 4 su 5 eravamo italiani. Quindi se mi chiedi cosa manca al Milan di oggi, ti dico che mancano gli italiani nonostante in Serie C e in Serie D ci siano tanti giovani talentuosi. Gli stranieri devono dare un valore aggiunto, devono essere più forti dei nostri, altrimenti non ha senso”.
Chiosa finale sul ritorno di Ancelotti al Milan…
Il ritorno di Ancelotti al Milan
Rumors di mercato parlano di un ritorno di Carletto in rossonero, ma Brocchi che lo conosce bene è tranchant sull’argomento: “No. Dopo il Real Madrid potrebbe allenare solo una nazionale, dubito che allenerebbe un club, soprattutto uno da rifondare”. Difatti nelle ultime ore si sono intensificate le voci che lo vedrebbero sulla panchina del Brasile nella prossima stagione.
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