Dopo la penalizzazione che ha decretato la retrocessione in Serie C e l’esclusione dai playout, il Brescia Calcio, club di Massimo Cellino, finisce ora nel mirino della Guardia di Finanza, al centro di un’inchiesta per un presunto giro di crediti fiscali inesistenti.
La situazione
Le Fiamme Gialle di Brescia, in coordinamento con altri reparti sparsi tra undici province italiane, hanno effettuato perquisizioni personali e locali nei confronti di 25 soggetti – 11 persone fisiche e 14 giuridiche – coinvolti in un complesso sistema di frode fiscale. Tra gli indagati figura anche il Brescia Calcio, oltre allo stesso presidente Cellino e al commercialista Marco Gamba, consulente della società nella contestata acquisizione dei crediti d’imposta.
Secondo quanto emerso dalle indagini, alcune società, prive di reale operatività e intestate a soggetti con precedenti specifici in ambito tributario, avrebbero generato crediti IVA fittizi per oltre quattro milioni di euro. Questi, attraverso una società “veicolo” – il Gruppo Alfieri, con sede a Milano – sarebbero poi stati ceduti ad altre realtà, tra cui proprio il Brescia, con l’obiettivo di ridurre l’impatto fiscale e contributivo.
Il comunicato
Il comunicato ufficiale della Guardia di Finanza è netto: “Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia […] hanno eseguito provvedimenti di perquisizione personale e locale, emessi da questa Procura distrettuale, nei confronti di 25 soggetti […] coinvolti nella commercializzazione di crediti inesistenti e alle conseguenti condotte riciclatorie”.
E ancora: “In particolare, i citati indagati […] avrebbero generato crediti fiscali fittizi per un importo quantificato, allo stato, in oltre quattro milioni di euro. Tali crediti sarebbero stati successivamente ceduti, tramite una ulteriore società ‘veicolo’, a diverse persone giuridiche, tra le quali il Brescia Calcio S.p.A., al fine di consentire un abbattimento del carico fiscale e contributivo”.
Il sequestro di documentazione mirata a verificare l’eventuale responsabilità amministrativa delle società coinvolte rappresenta solo uno dei passaggi chiave per accertare la presenza o meno dei modelli organizzativi previsti dal decreto legislativo 231/2001. Il comunicato si conclude precisando: “I provvedimenti sono stati emessi sulla scorta degli elementi probatori allo stato acquisiti, pertanto, in attesa della definizione del giudizio, sussiste la presunzione di innocenza”.
Dopo la penalizzazione di otto punti – conseguenza proprio dell’utilizzo di quei crediti – che ha condannato la squadra alla discesa in terza serie, per il Brescia il quadro si fa ora ancora più opaco.







