Nella quiete di Castiglione della Pescaia, Maurizio Sarri ha trovato il palco ideale per riflettere sul suo ritorno alla Lazio e sugli ultimi mesi burrascosi. Con un candore quasi inaspettato, il tecnico toscano ha aperto il cuore e parlato della sua avventura calcistica e personale.
Un legame speciale con Firenze
Durante l’intervista, Sarri ha espresso gratitudine verso la tifoseria della Fiorentina, che nei momenti più difficili non ha mancato di far sentire il suo supporto. “Un contatto molto blando c’è stato, ma solo quando io avevo già firmato con la Lazio,” ha dichiarato, aggiungendo quanto sia stato “straordinario, incredibile e commovente” il sostegno ricevuto dai tifosi viola.
Ritorno “a casa”
Ritornare alla Lazio non è solo una questione di lavoro per Sarri: “Tornare alla Lazio è come tornare a casa, un popolo che mi ha voluto bene,” ha confessato, sottolineando come sia stata una scelta dettata dai sentimenti, nonostante le pressioni delle aspettative sportive.
Nuove sfide nella formazione
Nell’analisi della rosa biancoceleste, Sarri si è soffermato su alcuni dei suoi uomini chiave, come Nuno Tavares che descrive come un giocatore “forte ma anarchico”, e Guendouzi, definito un “animale contagioso”. Ha aggiunto parole di stima anche per Rovella: “Sarà un top dopo 50 partite come vertice basso”.
Una stagione complicata
La scorsa stagione è stata particolarmente difficile per Sarri a causa di gravi perdite famigliari che hanno relegato il calcio in secondo piano. Ora, però, il mister è pronto a tornare ad allenare con la solita passione che lo contraddistingue.
Riflessioni sulla Serie A e la Nazionale
Sarri non ha evitato di affrontare argomenti più ampi, come il divario tra le performance dei club italiani e quelle della Nazionale, un puzzle apparentemente irrisolvibile: “C’è qualcosa che non torna,” ha osservato.
Idee sulla Champions League e la Juventus
Guardando oltre la realtà italiana, Sarri ha citato il successo del PSG come esempio di gestione e coraggio, facendo un paragone con l’esperienza meno felice alla Juventus, durante cui ha dovuto confrontarsi con una squadra “asimmetrica”.
Un consiglio speciale a Gattuso
Infine, un pensiero è volato a Gattuso, suo caro amico: “Gattuso sia Gattuso, anche da CT della Nazionale”. Parole semplici, ma che racchiudono tutto il valore dell’integrità e della passione che Gattuso dovrebbe mantenere nel suo nuovo incarico.







