La vittoria in rimonta dell’Inghilterra sull’Italia agli Europei femminili sta facendo tanto parlare, soprattutto per le modalità in cui è avvenuta, con le Azzurre in vantaggio fino ad un minuto e mezzo dalla fine del recupero prima di essere raggiunte e poi superati da un dubbio rigore assegnato nel secondo tempo supplementare.
Oltremanica non si parla dell’impresa delle Leonesse, anzi sono aspre le critiche contro la nazionale campione in carica, che secondo la stampa britannica non ha affatto meritato di approdare in finale. L’editoriale del Guardian è in tal senso piuttosto eloquente.
Le critiche del Guardian all’Inghilterra femminile
Questo il pezzo scritto da Jonathan Liew sull’autorevole quotidiano britannico:
L’Inghilterra è ancora una squadra a cui piace il climax drammatico. Il rumore si stava trasformando in ruggito, il ruggito in urlo. Sembrava essere finita. C’erano state le solite lamentele sulle perdite di tempo dell’Italia, sull’eternità che Laura Giuliani ci metteva per battere i rinvii dal fondo, le continue pause per infortuni e gli improvvisi attacchi di crampi. Ma le vere padrone del tempo erano le inglesi, che in una notte confusa e senza logica a Ginevra, stavano sprecando una serata per l’intero Paese, prima di fare la cosa per cui sono pagate. Sarina Wiegman aveva buttato 76 minuti di partita, un approccio in campo che palesemente non funzionava. Kelly e Agyemang erano abbandonate in panchina, in disparte, figure isolate in attesa di essere chiamate in azione. Le inglesi sembravano prive di identità, mancava anche l’idea più basilare di come volevano giocare. L’Inghilterra ha vinto con una prova di spirito e di resilienza, una storia che si ripete. La finale di domenica contro Germania o Spagna sarà un’altra occasione di rilevanza nazionale, un’altra pietra miliare per il crescente calcio femminile del Paese. E così si potrebbe dire che il fine giustificava i mezzi, se in realtà fosse possibile identificare qualsiasi mezzo.
Contro una squadra di gran lunga inferiore alla Svezia [l’Italia, ndr.], hanno offerto il nulla tra il 35esimo e l’85esimo minuto. Erano in panico. Ma hanno ribaltato il risultato attraverso la fortuna cieca. Niente sembrava calcolato; l’Italia si è difesa magnificamente, se non fosse stato per un errore di Giuliani e un’ingenuità di Severini davanti alla porta, avrebbero vissuto la più grande notte della loro storia. Anche il gol del vantaggio inglese si deve alla fortuna: il rigore di Kelly era stato parato, ma Giuliani non aveva abbastanza angolo per spingere il pallone in corner. Spagna e Germania sono avversari di gran lunga superiori, possono dare una lezione brutale alle inglesi. Al di là di come andrà, questa generazione di calciatrici ha fatto il suo tempo. Il futuro sono Agyemang, Aggie Beever-Jones, Grace Clinton e Maya Le Tissier, e probabilmente anche il presente dovrebbero esserlo. Forse stiamo scoprendo i limiti di Wiegman, ovvero la sua ostinata persistenza con giocatrici e schemi che ormai sono stati studiati dalle altre nazionali. Le Leonesse hanno tentato di morire due volte, contro Svezia e Italia; in finale non saranno perdonate se lo faranno di nuovo.







