Sui social è noto come Bella Gianda, con oltre 2.5 mln di followers su TikTok ma in pochi sanno che precedentemente è stato un portiere professionista. Michael Casanova si è fatto tutta la trafila delle nazionali svizzere, arrivando fino all’under 20. La redazione di Chiamarsi Bomber lo ha contattato per saperne di più e per comprendere perché ha appeso i guanti al chiodo e si è dato ai social.
A inizio carriera, da giovanissimo, hai giocato a San Siro con la maglia del Milan. Ci racconti le emozioni di quel giorno?
“Avevo 12 anni ed essendo così giovane sembrava il coronamento del mio sogno più grande. Purtroppo abbiamo perso 3-0 ma stata una grande emozione e sono contento di quell’esperienza”.
In prima squadra hai vestito le maglie di Lugano e Locarno. Quale esperienza ti ha dato di più?
“A Locarno ho avuto davvero la sensazione di essere il portiere titolare e, a livello di campo, lì ho trascorso i miei anni migliori. Il Lugano, però, è la squadra del mio cuore: lì ho ho fatto tutta la trafila delle giovanili per poi essere ceduto al Locarno, dove ho esordito in lega nazionale. In quel periodo sono riuscito a ottenere la convocazione nelle varie Nazionali giovanili, dall’Under 15 all’Under 21. Per me è stato un momento d’oro, c’era tanta attenzione mediatica e lì mi sono sentito un calciatore vero”.
Hai giocato nelle selezioni giovanili della nazionale Svizzera. È stato un motivo di orgoglio poter giocare per il tuo paese? Pensi che saresti potuto arrivare in Nazionale maggiore?
“Vestire la maglia della Svizzera è stato motivo di grande orgoglio. Quando giocavo nell’Under 16 del Lugano è capitato di affrontare l’Under 16 del Basilea, dove militava Yan Sommer. Lui ha un anno in più di me, ci siamo sfidati diverse volte e in quel periodo non mi sentivo così distante rispetto a lui. Il mio problema è stato il non credere tanto in me stesso: non ho mai davvero creduto di essere invicibile e, in un mondo in cui vince chi è più istintitivo, probabilmente mi è mancato quel fattore”.
Ti è capitato di affrontare o giocare con qualcuno che poi è arrivato ad alti livelli?
“Sono cresciuto calcisticamente con Mario Gavranovich, che in carriera ha vestito maglie importanti tra cui quella dello Schalke 04. Con la nazionale svizzera ha segnato uno dei gol più importanti di sempre, il 3-3 contro la Francia agli ottavi di finale degli Europei del 2021. Lui, tra i miei compagni di squadra, è probabilmente il calciatore che è arrivato più lontano. Inoltre ho avuto l’occasione di giocare contro l’Inter di Mourinho e di affrontare, tra gli altri, avversari del calibro di Cruz e Julio Cesar”.
La tua parata più bella?
“Di solito, le parate più belle sono quelle più importanti. Probabilmente la più bella è arrivata in una finale di Coppa Svizzera, nelle giovanili, contro il Basilea di Sommer: nella circostanza ho fatto una grande parata su un tiro di Shaqiri sullo 0-0 e, alla luce della sua carriera, quel gesto assume per me ancora più importanza”.
Nel 2013 sei costretto a lasciare il calcio dopo un brutto colpo alla testa subito in partita. Che ricordi hai di quel momento e quanto è cambiata la tua vita da lì?
“Nel corso della mia carriera sono sempre stato soprannominato ‘portiere kamikaze’. Ero molto coraggioso e non avevo paura di farmi male: anzi, in diverse occasioni rischiavo di far male a compagni o avversari. Una volta, però, ho subito un brutto colpo in testa e mi sono risvegliato in ospedale. Dalla risonanza magnetica si è evinta l’occlusione di un’arteria del cervello e i medici mi consigliarono fortemente di lasciare il calcio. In quel momento si è spezzato il mio sogno ma oggi, guardando indietro, mi rendo conto che probabimente è stato meglio così. Ho intrapreso un altro percorso in un mondo che ho sempre amato, quello della comunicazione”.
Chiusa la carriera calcistica, si apre un nuovo capitolo della tua vita: l’approdo in Radio. Come nasce questa esperienza?
“Fin da piccolo ho sempre sognato di lavorare in tv e avevo fatto dei provini per la televisione svizzera-italiana. Nella circostanza non fui scelto e il direttore di allora mi disse di concentrarmi sul calcio perché quella era la mia strada. Anni dopo, lui diventò il direttore di Radio 3i. Quando ha saputo del ritiro dal calcio mi ha contattato proponendomi di entrare in radio. Inizialmente dovevo leggere soltanto i risultati e il direttore mi diceva di parlare il meno possibile. Poi, piano piano, le cose sono andate bene e il feeling con il mio partner radiofonico ha iniziato a crescere. La nostra è diventata la trasmissione più ascoltata nel Canton Ticino e siamo entrati anche nel Guinnes World Record per la trasmissione radiofonica più lunga: 100 ore senza dormire”.
Nell’aprile 2020 sbarchi su Tik Tok raggiungendo, in poco tempo, oltre 1.5 mln di followers. La fama arriva con il video sulle patatine (McDonald o Burger King) che in breve diventa virale. Come è nata questa idea?
“Questa idea è nata durante la pandemia: in quel periodo in radio si poteva fare poco e anche il mio slogan ‘Non ho niente da fare, verifichiamo’ è frutto di quel momento e di quella condizione. Sono sempre stato appassionato di social network e ho deciso di lanciarmi su TikTok con la consapevolezza che nel mondo di oggi la visibilità è la nuova moneta. Ho capito che avrebbe potuto essere una ghiotta occasione per raggiungere un pubblico giovane. Inizialmente avevo sperimentato altri format che avevano funzionato anche più di Bella Gianda. Tuttavia, non era quello che volevo fare davvero perché nella circostanza non parlavo e non si veniva a creare un rapporto con il pubblico. Così ho deciso di cambiare rotta e di iniziare a parlare: uno dei primi video era incentrato sul confronto tra le patatine di McDonald’s e di Burger King e, quando ho visto che la cosa funzionava, ho iniziato a cavalcare quell’onda”.
Bella Gianda, uno slogan partito come un saluto e poi diventato virale e conosciuto da milioni di persone. Ti aspettavi questo successo? Quanto ti rappresenta oggi questo slogan?
“Inizialmente ‘Bella Gianda’ nasce come un saluto: poi, analizzando i trends di TikTok, ho notato che i creators con più seguito avevano tutti un tratto distintivo. La cosa che mi ha permesso di durare, in questa direzione, è il fatto che questo format non si sia fermato a un trend. Per il mio pubblico, composto soprattutto da bambini, ero diventato io ‘Bella Gianda’. Quando mi incontrano per strada mi chiamano così e questo è diventato un po’ il mio nome d’arte. Non so quanto mi rappresenti oggi, ma sicuramente è un qualcosa a cui sono molto affezionato”.
Il tuo pubblico sui social è composto soprattutto da ragazzi e giovanissimi. Come riesci a entrare in empatia con un pubblico di questo tipo?
“Mi sono sempre chiesto cosa avrei voluto che facesse il mio idolo da bambino. Cerco di mettermi nei loro panni e quindi, quando mi rapporto con loro, mi viene spontaneo creare una linea diretta. Non è un qualcosa di costruito, per me il sorriso di un bambino vale più di qualsiasi altra cosa. Io non sono sbarcato sui social per guadagnare, bensì con l’intento di raggiungere quel pubblico. Volevo che i bambini iniziassero ad ascoltare la radio. Inizialmente ho anche investito su questo progetto: avevo creato le mascherine di ‘Bella Gianda’ e le regalavo. Il tutto, allo scopo di far uscire il bambino che c’era dentro di me”.
Nel gennaio 2024 esce il tuo primo libro: “Verifichiamo” edito Mondadori. Un altro momento chiave nella tua vita
“Per me è stato un motivo di grande orgoglio: mai avrei pensato di scrivere un libro e, scherzosamente, i miei amici mi prendono in giro perché non riescono a crederci. Un qualcosa di incredibile di cui, ancora oggi, anche io faccio fatica a rendermi conto. La cosa più bella è che i bambini possono imparare qualcosa di nuovo grazie alle curiosità che si trovano all’interno del libro, che hanno comunque l’obiettivo di educare e strappare un sorriso”.
Per quale squadra fai il tifo?
“Sono tifosissimo del Milan, purtroppo siamo reduci da due stagioni non troppo positive ma negli anni, da tifoso, mi sono tolto grandissime soddisfazioni. La mia prima volta allo stadio fu nel 1999, nella stagione dello scudetto: andai a vedere Milan-Empoli, 4-0, alla penultima giornata. Contemporaneamente la Lazio pareggiò in casa della Fiorentina e lì si concretizzò il sorpasso del Milan e il primo posto in classifica, poi sugellato dalla vittoria di Perugia che valse la conquista dello scudetto all’ultima giornata”.
Un calciatore o ex calciatore con cui ti piacerebbe realizzare un contenuto social?
“Sono sempre sempre stato un grandissimo fan di Shevchenko. Purtroppo non ho mai avuto l’occasione di conoscerlo e sarei disposto a fare follie anche solo per incontrarlo, figuriamoci per realizzare un video insieme”.








