L’intervista di Hernan Crespo alla Gazzetta dello Sport rappresenta un tuffo nei ricordi di un calcio che ha visto il suo nome brillare tra i più grandi. Conosciuto per la sua ineguagliabile carriera da attaccante, oggi si racconta attraverso le esperienze e gli insegnamenti ricevuti dai grandi del calcio, da cui ha imparato molto come allenatore.
I maestri di Crespo
L’ex attaccante ha espresso la sua profonda ammirazione per Carlo Ancelotti, José Mourinho e Marcelo Bielsa, dichiarando: “Per il mestiere di allenatore, dico tre nomi. Carlo Ancelotti, José Mourinho e Marcelo Bielsa. Carlo, per me, è stato come un padre quando sono arrivato in Italia nel 1996. Avevo ventun anni, ho imparato tutto da lui. Mou è uno straordinario motivatore, l’ho sperimentato ai tempi del Chelsea. Nessuno entra nelle teste dei giocatori come fa lui. E Bielsa è un visionario: sa andare oltre il presente, sa interpretare il calcio in modo moderno.”
Crespo sa bene che non sarà facile raggiungere i successi di questi giganti del calcio ma si dichiara soddisfatto dei suoi risultati ottenuti in panchina. “Mi ispiro a loro, ma so che non raggiungerò mai i loro successi. Però qualcosa ho vinto anch’io in panchina… In Argentina, in Brasile, in Qatar e negli Emirati Arabi ho raccolto soddisfazioni e successi”, afferma con orgoglio.
Il legame con il Parma
Tra i ricordi più cari a Crespo, il Parma occupa un posto speciale. L’ex attaccante ricorda con affetto i suoi anni in Emilia, in cui il club lo vide crescere da giovane promessa a centravanti di livello mondiale. “Il club mi acquistò che ero poco più che un bambino e mi fece diventare un centravanti di livello mondiale, vincendo anche parecchio”, dichiara, dimostrando il suo eterno legame con la squadra.
Un aneddoto sorprendente
Crespo ha anche condiviso un curioso aneddoto sulle sue origini calcistiche, rivelando che la sua carriera da calciatore iniziò quasi per caso. Quando fece il provino per il River Plate, lo fece solo per accompagnare un amico: “Non immaginavo nemmeno di diventare un calciatore, ma ero andato solo per accompagnare un amico e mi ritrovai a giocare una partitella, venendo poi preso”.
L’ammirazione per Van Basten
L’ex centravanti argentino non dimentica di menzionare il suo modello di gioventù: Marco Van Basten. Da ragazzo, Crespo guardava incantato le immagini del “Grande Milan” di Sacchi e ammirava in particolare l’olandese. “Restavo incantato guardando in televisione le immagini del ‘Grande Milan’ di Sacchi e cercavo di imitarne i gesti in allenamento. L’unicità di Van Basten era di un altro pianeta e non ci sono stati più centravanti di quel livello“, conclude Crespo, sottolineando la straordinarietà di colui che è stato una leggenda del calcio mondiale di cui aveva anche il poster in camera.








