A Castel Volturno l’atmosfera è diversa dal solito. Frizzante, quasi elettrica, come accade nei momenti in cui una stagione rischia di scivolare su un binario pericoloso e serve un’immediata inversione di rotta. Il Napoli ha ripreso a lavorare in vista della delicatissima sfida di sabato contro l’Atalanta, una gara che si presenta come uno snodo cruciale per il futuro del campionato azzurro e, probabilmente, anche per gli equilibri interni del gruppo.
Il primo allenamento di Conte
La seduta di ieri ha confermato un elemento fondamentale: il metodo-Conte non si tocca. Né ora, né mai. Chi conosce il tecnico lo sa bene. I carichi restano pesanti, l’intensità è un dogma, l’attenzione ai dettagli una religione. Il Napoli ha iniziato la giornata in palestra, con un lavoro specifico sulla forza, per poi scendere in campo dove Conte ha preteso ritmo, aggressività, partecipazione totale. Ogni esercizio, ogni scatto, ogni posizione in campo è stata curata con quella maniacalità che da sempre contraddistingue il suo modo di allenare.
La principale novità della giornata è stato però il rientro dei tre reduci dagli impegni con l’Italia: Alessandro Buongiorno, Giovanni Di Lorenzo e Matteo Politano. Il loro ritorno è stato accolto come un tassello indispensabile per restituire ordine e peso specifico al gruppo. Specie per Di Lorenzo e Politano, divenuti ormai colonne portanti dello spogliatoio, un vero e proprio riferimento per la squadra dentro e fuori dal campo.
Il tanto atteso confronto
Non a caso, appena rientrati, è arrivato il momento del confronto. Dopo settimane di tensioni legate ai tanti infortuni, ai carichi di lavoro contestati e alle difficoltà di una squadra che fatica a ritrovarsi, era inevitabile un faccia a faccia con Conte. Lo sfogo del tecnico dopo la sconfitta di Bologna aveva lasciato il segno, sancendo la necessità di ristabilire un equilibrio emotivo prima ancora che tattico.
Il colloquio, seppur breve, è stato definito “necessario” da ambienti vicini alla squadra: un passaggio essenziale per riallineare obiettivi, ristabilire la comunicazione e rimettere a fuoco un percorso che rischiava di deragliare. Conte sa bene di non poter fare a meno dei suoi leader in un momento così delicato. E i leader, a loro volta, sono consapevoli che per uscire dalle difficoltà serve compattezza, responsabilità e unità d’intenti.
Il calendario non lascia respiro: dopo l’Atalanta arriverà la gara già decisiva con il Qarabag in Champions League, e poi, la settimana successiva, la Roma. Un trittico che può segnare il destino del Napoli, sia in Serie A sia in Europa. Per affrontarlo servirà una squadra coesa, mentalmente solida, convinta del proprio allenatore e del percorso intrapreso. Il metodo-Conte non cambia: ora si tratta di capire se il gruppo è pronto a seguirlo, ancora una volta, dentro la tempesta.








