Ci sono carriere che scorrono lineari, altre che sembrano destinate a muoversi tra onde continue. La traiettoria di Gianluigi Donnarumma, a soli ventisei anni, appartiene inequivocabilmente alla seconda categoria. Ogni passaggio della sua storia professionale porta con sé uno scossone, un ribaltamento emotivo, un giudizio drastico. Un talento cresciuto nel settore giovanile del Milan, diventato titolare a 16 anni e presto simbolo di un futuro che i rossoneri non sono riusciti a trattenere. L’addio dell’estate 2021 resta una ferita ancora aperta: contestazioni, fischi persino nelle gare della Nazionale, insulti sui social, accuse di tradimento e una frattura ambientale che ha segnato un’epoca. Per molti tifosi, Donnarumma si era voltato dall’altra parte nel momento in cui il club stava cercando di rifondarsi; per altri, era stato il Milan a non dimostrare la lungimiranza economica necessaria per blindarlo.
Il passaggio al Paris Saint-Germain sembrava la prosecuzione ideale di una carriera lanciata verso il vertice. In Francia, l’azzurro ha vissuto momenti brillanti e momenti tormentati. Ha vinto campionati, ha conquistato una Champions League da protagonista, eppure non è mai riuscito a scrollarsi di dosso quella sensazione di precarietà che aleggiava attorno alla sua posizione. L’alternanza con Keylor Navas, poi la scelta tecnica di Luis Enrique di cercare un nuovo profilo come Chevalier, hanno trasformato Donnarumma da colonna potenziale a elemento sacrificabile. Un paradosso per un portiere reduce da successi e prestazioni di altissimo livello. L’epilogo, inevitabile, è stato un addio che ha ricordato per tratti la fine del rapporto con il Milan: tanta qualità, poca gratitudine e la sensazione di non essere mai stato davvero al centro del progetto. Quantomeno il PSG è stato abbastanza intelligente da incassare qualche soldino. Il trasferimento al Manchester City nell’estate scorsa ha rappresentato la rivincita, forse la più grande. Un club dominante, un allenatore come Pep Guardiola, un contesto competitivo ma finalmente stabile. La sua partenza da Parigi non fu una fuga, ma un invito: una porta che si apriva, questa volta senza turbolenze interne ma con la prospettiva di diventare un pilastro di una squadra simbolo del calcio moderno.
Nuova vita al City per Donnarumma: Haaland decisivo
E quella porta è stata spalancata da un compagno speciale. Donnarumma lo ha raccontato senza esitazioni: la scelta di approdare al Manchester City è stata fortemente influenzata da Erling Haaland, il centravanti norvegese con cui aveva instaurato un rapporto di grande stima anche prima di diventare compagni di squadra. In un’intervista a Sky Sport ha spiegato come tutto sia iniziato con un messaggio semplice, ma decisivo: “Ho avuto l’opportunità di venire qui e lui mi ha scritto. Ha insistito molto perché venissi e gli sono molto grato per questo”. Il resto è scaturito in modo naturale: “È davvero un grande amico ed è un bene che io giochi con lui perché è così difficile giocare contro di lui”. La sinergia tra i due ha trovato immediata conferma nei primi mesi a Manchester. Viaggi, allenamenti, partite: immagini che hanno immortalato Donnarumma e Haaland spesso vicini, a testimonianza di un’intesa che va oltre il campo.
Lo stesso portiere lo ha raccontato con entusiasmo: “È un ragazzo fantastico, molto tranquillo, ama la sua famiglia e stare con loro. Ci siamo trovati subito bene. C’è una sinergia tra noi, un feeling naturale. Anche quando giocavamo l’uno contro l’altro siamo rimasti in contatto e dopo le partite parlavamo spesso”. Il City, dal canto suo, si è ritrovato un portiere già maturo, capace di inserirsi con rapidità in un sistema complesso. Clean sheet, personalità, parate decisive: Donnarumma ha mostrato subito perché Guardiola avesse deciso di puntare su di lui per aprire un nuovo ciclo. La sua storia recente dimostra che alcune carriere non cercano la tranquillità, ma la tempra delle prove continue. E oggi, finalmente, sembra aver trovato un luogo in cui talento, fiducia e stabilità possano coesistere. Manchester è diventata la sua nuova casa. E, in qualche modo, tutto è iniziato da un messaggio.








